141esima tappa
Seoul-Seoul 35km, temp.32°C. Cielo sereno, vento assente.
Tappa tutta a Seoul, di ambientamento; dalle steppe alla megalopoli da 24 milioni di abitanti il salto è tremendo.
Nel mio loculo dell'hotel dove ho dormito, perché non si può chiamare stanza, ho dovuto montare la bicicletta e siccome mi serviva una chiave a brugola da 6mm lunga per bloccare il manubrio (la mia non l'ho più trovata) non vi dico i salti mortali per trovare un ferramenta.
Sono stato in metropolitana, ma non sono riuscito a capire che linea prendere per arrivare a "mapo" dove avrei trovato il ferramenta, poi ho scoperto che mapo è il nome di un quartiere e non di uno store.
Insomma una vera giungla, le persone sono tutte di fretta e se chiedi le metti a disagio perché per cortesia vorrebbero aiutarti, pochi sanno l'inglese, e i giovani o stanno chattando o hanno gli auricolari per ascoltare musica.
Dopo 3 ore trovo la brugola, 2 taxi per andare e tornare da mapo, un biglietto della metropolitana fatto e non utilizzato.
Comunque torno al mio loculo per montare la bici, e una volta montata non riesco più ad aprire la porta della camera perché manca spazio. Ci riuscirò mettendo la bici sul letto.
A mezzogiorno ho finito, carico in strada e parto per andare al ristorante dove mi devo incontrare con Nimka, la prima cugina di Khulan che vive a Seoul.
Per fortuna Seoul si gira bene in bicicletta, ottime piste ciclabili e ampi marciapiedi ben raccordati dove mancano.
Purtroppo Google Maps non funziona, pare che la Corea del Sud non abbia accettato di far mappare il territorio su un server straniero (lo scoprirò dopo) per cui uso il gps guardando il punto blu che si muove sulla mappa.
Quando arrivo dove dovrebbe esserci il Mongolian Nomad (ristorante per l'appuntamento), solo negozietti. Poi con l'aiuto di una gentile signora lo trovo a 200mt tra un vicoletto e l'altro.
Al Mongolian Nomad arrivo con un'ora di anticipo e pregusto già una birra fresca intanto che aspetto, fuori ci sono 32°C. con aria afosa da pianura Padana, ma nel locale mi danno solo una tazza di acqua calda salata.
Di primo istinto vorrei versarla in testa al cameriere, poi poveretto lui che ha cercato di essere gentile non ha nessuna colpa, esco e prendo in un market una coca fredda e con quella mi siedo a tavola.
Nimka arriva con il suo compagno e mangiamo insieme, io riso giallo con gamberetti.
La conversazione è difficile, lei parla solo mongolo e coreano. Usiamo Google traduttore, e in parte ci aiuta Khulan per telefono.
Chiedo se possono aiutarmi a trovare un campeggio per la notte, per me è più facile e meno claustrofobico che hotel economici a Seoul.
Ne viene trovato uno a 20 km, me lo segnano in mappa. Fanno pure una telefonata per sapere se c'è posto e la risposta è affermativa.
Così dopo un caffè, parto alla volta del campeggio, con "maps me" riesco anche ad usare il navigatore.
Le piste ciclabili per arrivare sono bellissime, per lo più passano vicino ad un torrente tipo naviglio di Milano.
In un'ora copro I primi 18 km senza problemi tranne un raggio rotto che però non cambio (lo farò domani) gli ultimi 2 sono in salita rapidissima, anche con il 22×28 non riesco a salire, li faccio a piedi spingendo la bici.
Una volta arrivato scopro che non c'è il campeggio, ma solo un parco naturale, in compenso frotte di zanzare da far fatica a respirare perché quando apri la bocca ne mangi 3 o 4.
Forse mi hanno indicato un posto sbagliato. Chiedo alle poche persone che incontro se sanno di un camping, ma nessuno sa di un campeggio.
Mentre ormai decido di scendere vedo dietro una sbarra un posto che potrebbe essere un campeggio.
Entro e chiedo alle poche persone presenti se è un campeggio, ma essi negano e dicono che è un'area privata di una compagnia. Insisto e prego di poter mettere la tenda per una notte, ci sono diverse piazzuole vuote.
No, continuano a ripetere e mi chiedono di andarmene (bella ospitalità coreana!).
Esco con la coda tra le gambe, ma poco più avanti un grande spazio verde con un barbecue immenso, entro e chiedo anche a loro la possibilità di piazzare il tendino.
No, sono un barbecue mica un campeggio. Insisto ancora, ma sono irremovibili e mi dicono che più avanti c'è un bar Baker che può aiutarmi.
Al bar Baker mi mandano ad un hotel che si chiama "Paraspara".
Arrivo da Paraspara, bellissimo hotel e chiedo la disponibilità temendo la botta.
Si c'è posto, la camera meno costosa sono 550000 Wan che in euro sono 350 a notte. Grazie, per me è troppo. Hanno "sparato". E io ho parato.
Sono le 19,30 e qui comincia a fare buio. Sono già pronto a dormire sotto i ponti del "naviglio".
Ma, non ci crederete, dopo un chilometro scarso vedo la scritta Motel illuminata al neon. La mia salvezza anche questa sera è arrivata. 38€ e una camera dignitosa e ampia.
Doccia e via al primo posto dove mangiare.
Una trattoria che fa per me a 50 mt. Nel menù spicca: carne cruda di gabbiano, tagliatelle fredde con cubetti di ghiaccio, altre amenità del genere.
L'unico da me abbordabile è calamari fritti. Ordino quelli, la signora mi dice che non ci sono incrociando le braccia, allora con il traduttore mi dice che ci sono in padella.
Ottimo, porta qualcosa poi vediamo. Ottimo piatto con contorno della casa, riso bollito al posto del pane, acqua fresca gelata e, udite udite, vi è pure la birra.
L'unica cosa rimasta nel piatto sono circa 20 spicchi d'aglio, per il resto, anche i pesciolini e le coste al peperoncino finiscono nel mio stomaco.
Domani faccio il turista, ho già prenotato anche per la sera prossima l'hotel.
Ciao alla prossima
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