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domenica 23 aprile 2023

52esima tappa

 URGENCH-KHIVA 36 km, temp. 28°, cielo sereno,  vento da Nord-Est


Oggi primo giorno in Uzbekistan,  devo ancora prendere le misure, ma la prima impressione è buona.

Dopo la sera tormentata mi sono alzato alle 8,30 con calma, colazione in hotel un po' stringata, ma accettabile.  

Il primo lavoro è spacchettare la bici e montare i vari pezzi, manubrio, pedali, ruote e accessori. Poi mi assicuro che sia stata fatta la registrazione da parte dell'hotel, qui è  obbligatoria,  quando esci ti chiedono i vari foglietti di dove sei stato, in mancanza sanzione amministrativa. Poi pago e mi faccio cambiare 50 dollari. Purtoppo la carta di credito è poco diffusa. La moneta locale è il Sum, 1 euro è uguale a 12500 Sum. Ma ti fottono e te ne danno 10000 così con il dollaro. In ogni caso il costo della vita è basso, oggi ho preso un gelato peraltro buono e l'ho pagato 5000 Sum. Ora sono in una Guest House nel centro della città storica di Khiva e pago 25 dollari con prima colazione. 

Il primo impatto sulle strade è stato buono, traffico accettabile,  asfalto ottimo, e pure una pista ciclabile da Urgench a Khiva che però ho fatto a tratti perché in costruzione. 

Il clima è molto cambiato,  ho pedalato con calzoncini corti e maglietta, il sole per fortuna era velato, ma picchia. Ancora una volta ho avuto il tailwind e senza alcuna fatica sono arrivato a destinazione in meno di 2 ore.

Attorno frutteti e piccoli villaggi rurali di recente costruzione. 




Un sacco di saluti e colpetti di clacson ti incoraggiano con salam aleikum e si sporgono dal finestrino,  in bicicletta come turista sei una rarità. 




Arrivato a Khiva vado subito alla città antica la principale attrazione Itchan kala. 

Un intero cerchio di mura intatto la protegge, si può entrare in bicicletta da una delle 4 porte e si gira facilmente.

Già vista da fuori sembra un fungo di terra uscito dalle sabbie del deserto.




Ovviamente si vedono dei rifacimenti ed è piena di turisti e di bancarelle,  ma la geometria urbanistica è intatta e molto piacevole. 

Una volta trovata la sistemazione in questa casa dove ci sono solo due stanze per gli ospiti,  ti trovi al fresco in questa penombra con tappeti ovunque e posti per mangiare seduti a gambe incrociate. Il proprietario si chiama  Abdullà e il figlio Kerin entrambi molto accoglienti.



Doccia, poi dopo telefonata a casa esco alla scoperta della città. 

Un biglietto da 15 euro per gli stranieri permette di visitare tutto da moschee a madrasse, al palazzo del khan etc.









L'intera città è un museo a cielo aperto. Esiste anche un artigianato locale con produzione di indumenti di lana, legno intagliato,  stoffe coloratissime e maiolica.

Filmo, faccio foto, e compro un piccolo scrigno di legno di olmo intagliato da dei ragazzi che mi spiegano la tecnica nel loro laboratorio. 








Guardo le cose principali,  poi passeggio per le viuzze da vero turista. Forse domani mi fermo un altro po' perché oggi i colori erano spenti in quanto nel pomeriggio il cielo si è coperto. 





Dall'alto del palazzo del Kuhna Ark o fortezza la vista della città è  stupenda. 

Ora cerco un buon ristorante per la cena.


Ciao, alla prossima.

51esima tappa

 BAKU-URGENCH 0 Km, temp 20° cielo sereno, vento assente. 


Questa tappa è  di fatto solo un trasferimento. Non ho molto da raccontare se non le disavventure aeroportuali.

La mattina dopo essermi alzato con calma alle 8,30 e aver fatto colazione,  preparo I bagagli, carico i telefoni, le varie apparecchiature e mi studio un po' il funzionamento del telefono satellitare Garmin e la sua app. Da qui in poi potrei averne bisogno e non voglio essere impreparato. Su You Tube trovo vari tutorial e apprendo le nozioni di base per il suo uso.

Verso le 13 esco per prendere dal bancomat un po' di manat per poter pagare il taxi che mi porterà in aeroporto e mangio una pida (simil piadina condita). 

Nel pomeriggio, dopo aver salutato  Federico e Sabina che escono per fare sport e dipingere, studio un po' di mappe e carte per i prossimi giorni.



Alle 5pm arriva il taxi prenotato, caricato tutto partiamo per l'aeroporto,  il taxi è un vecchio taxi inglese e il pacco bici vi entra senza difficoltà. 

Check in con qualche discussione sul fatto che la bicicletta non doveva pagare poi risolto. Poi al controllo sicurezza mi sequestrano lo spray al peperoncino che tenevo per i cani e avevo dimenticato di metterlo in stiva. Devo anche firmare una dichiarazione sul motivo per cui lo tenevo, pazienza,  anche se difficilmente ne troverò altro. Al gate mentre aspetto l'imbarco vedo arrivare diverse signore uzbeke,mmm anche di una certa età con gli abiti tradizionali bianchi venute a Baku per compere. Nel loro modo di fare noto una certa eleganza che va oltre il vestito.  Gli uomini hanno tutti la testa rasata con una papalina bianca o un cappello tipico mussulmano a scatola cilindrica. Ma presto mi rendo conto che la vera attrazione sono io, l'unico occidentale sul volo. 

Il volo è in orario, con 1 ora  e 25 atterro senza problemi a Urgench che qui chiamano Urganch, ma si perde 1 ora di fuso e pertanto sono 3 dall'Italia. 

L'aeroporto di Urgench è molto piccolo, quando arrivo non serve neanche il pullman per entrare perché si ferma davanti all'uscita e con due passi si è già al controllo doganale.

Una volta ritirato il bagaglio chiedo se c'è un cambio valuta perché dovrò prendere il taxi. La risposta è che vi è una macchina cambiavaluta, provo, le istruzioni sono in inglese e introduco 50 euro mi viene indicata la cifra in Som (valuta Uzbeka) ma non esce nulla. Faccio presente agli uomini della sicurezza la cosa, ma mi dicono che devo tornare martedì perchè la banca è chiusa per due giorni di festività.  Ma come! Protesto io non posso ritornare tra due giorni,  mi indicano di andare nell'edificio accanto, quello delle partenze che forse qualcuno mi può aiutare. Così faccio, ma anche lì sorgono difficoltà,  con gentilezza mi dicono che non è responsabilità loro. Insomma le do per perse, forse fra qualche giorno l'impiegata cercherà di farmele accreditare sulla carta, ma dubito sia possibile. 

Intanto è trascorsa una mezz'ora buona, era l'ultimo volo in arrivo e di taxi non c'è ne sono più. Allora chiedo ad un poliziotto che sta all'ingresso se mi può chiamare lui un taxi, nessuno parla inglese, qui solo russo, dovrò abituarmi, facevo meglio a prendere qualche lezione prima di partire,  ma non c'è stato tempo. Dopo alcune difficoltà il taxi arriva,  ma pur mostrando la prenotazione dell'albergo fatta con booking non riesce a capire dove deve portarmi. Fa alcune telefonate poi si va e si arriva ad un Hotel Shark ma non Shark 2 come nella prenotazione.  Entrati nella reception vi è un ragazzo che non parla e non capisce nulla. Gli mostro la prenotazione ma non dice nulla. Inoltre ci sono due russi alticci che quando capiscono che sono italiano cominciano a fare apprezzamenti su Celentano e Baggio, verrebbe da ridere se non fosse già l'una di notte. La discussione prosegue e il taxista ci si mette anche lui a protestare che il numero di telefono della prenotazione è sbagliato. Passa un'altra mezz'ora poi do il passaporto e questo legge Luigi Garioni, aah dice e tira fuori dal cassetto la chiave della stanza con il mio nome. Vorrei stramaledirlo, ma mi contengo, pago, solo cash dollari e vado a dormire. 

Ciao a domani.

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...