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mercoledì 19 luglio 2023

 138esima e 139esima tappa

 Altanbulag-70 km in direzione di Ulaanbaatar e Ulaanbaatar.  temp 18° C. Cielo parzialmente nuvoloso,  vento assente. 

Scrivo con un giorno di ritardo la cronaca del giorno 18 e 19 luglio. 

Scrivo con tanta amarezza nel cuore, il mio viaggio è compromesso seriamente,  ora vi spiego. 

Uscito dall'hotel percorro i 2 km che mi separano dalla dogana, al primo cancello vengo fermato e mi viene detto che non posso entrare con la bicicletta,  ma solo in auto.  (novità)
Per fortuna un cittadino mongolo si offre spontaneamente di caricarmi la bicicletta e i bagagli sulla sua auto (si pentirà amaramente di questo atto di generosità). 

Dopo i soliti controlli posso attraversare, mi viene posto il timbro di uscita e passo alla parte russa.
Qui al controllo passaporti la solita lungaggine, l'addetto conta più volte le pagine del passaporto, ormai sono abituato e tranquillo, quindi esce dallo sportello con il passaporto e si allontana in altro ufficio (tutto come sempre con viaggiatori occidentali) poco dopo vengo invitato ad entrare in un ufficio dove sono lasciato solo per 2 ore, arriva finalmente una gentile addetta che parla un po' d'inglese.  

Mi viene chiesto di specificare dove intendo andare e io rispondo Vladivostok. Mi viene contestato che il mio visto e business e che dovrei andare a Mosca in quanto la compagnia che ha rilasciato la lettera d'invito è di Mosca.
Io cerco di spiegare che sì ho un visto business,  ma realmente sono un cicloturista, del resto l'abbigliamento è evidente, e il motivo della incongruenza è stato dettato dal consolato russo di Milano: per rilasciare un visto superiore ai 30gg bisogna richiedere il business. 

Insomma passano le ore e la situazione non si sblocca, anzi peggiora perché nel frattempo sono arrivati in moto Franco e Maurizio e anche a loro viene contestata la stessa cosa.

Poi foto segnaletiche, impronte delle 10 dita, del palmo della mano, manco fossimo terroristi armati.
A nulla vale il fatto che abbiamo già usato lo stesso visto in Russia in altre frontiere e non abbiamo avuto problemi e Rosario è passato per la stessa frontiera 10 gg prima senza problemi con lo stesso tipo di visto.
Insomma abbiamo trovato il funzionario zelante che farà carriera, leggermente sadico e disonesto. Disonesto perché ci viene assicurato che tornando ad Ulaanbaatar all'ambasciata russa ci avrebbero fatto un visto turistico in pochi giorni. 

Io faccio presente che mi ci sono voluti 3 gg da Ulaanbaatar e 340 km in bici. Allora mi viene suggerito di prendere un autobus o un taxi.

Anche per uscire un'altra mezz'ora per spiegare ai mongoli che non sto entrando in Mongolia ma che non sono mai uscito.

Quando esco dall'ufficio il mongolo che mi aveva caricato la bici è ancora lì ad aspettarmi, leggermente inc..  sono infatti trascorse 4 ore.

La stessa sorte per Franco e Maurizio in moto.

Ci fermiamo a meditare sul da farsi davanti ad un piatto di crocchette di pollo e patatine, per altro ottime, le prime che mangio in Asia.

Io mi faccio venire a prendere da Saruul e loro tornano a Ulaanbaatar in moto.

Ma già a sera scopriamo che per gli stranieri il visto viene rilasciato con il permesso di soggiorno,  cosa impossibile da ottenere in tempi brevi.

Io comincio a pedalare ripercorrendo a ritroso la strada del giorno prima, per ridurre la distanza che dovrà fare Saruul per venirmi a prendere,  farò così 70 km.
Lei impiegherà 5 ore di auto per raggiungermi e altre 5 per ritornare a Ulaanbaatar. 

Ad ogni pedalata capisco che il mio sogno di raggiungere il Giappone via terra sta andando in frantumi, non per colpa mia perché non posso rimproverarmi nulla, ma per la stupidità di un funzionario burocrate; e contro la stupidità non si può fare nulla, neanche imputargli colpe perché ad un minus habens cosa puoi dire?





In ogni caso pensiamo positivo e domani ambasciata russa ed italiana per tentare un'ultima carta.

Così,  sempre con Saruul che mi ha supportato in ogni istante, alle 9 in punto sono all'ambasciata russa dove ci viene confermato che il permesso di soggiorno è un prerequisito per chiedere il visto. 

Contattiamo così anche 2 agenzie che procurano permessi di soggiorno,  ma occorre troppo tempo ed in più per chiedere il visto bisogna possederlo da almeno 1 mese.

Ultima tappa all'ambasciata italiana,  finalmente parlo italiano e cerco di spiegare la situazione in cui mi trovo. Il visto, come è ovvio, è una prerogativa del paese in cui si vuole andare e il funzionario può solo provare a contattare l'omologo russo per chiedere un'eccezione in virtù della situazione. 

La risposta arriva nel pomeriggio con una telefonata,  le regole non possono essere modificate.

Già in nottata avevo analizzato alternative possibili, tra cui la possibilità di rientrare in Italia e farsi rilasciare il visto turistico e poi ritornare a riprendere il viaggio (Cosa che farà Maurizio con anche il passaporto di Franco).
Io decido invece di andare in aereo a Seul e qui modificare il viaggio.  Per me il visto di 1 mese non basterebbe comunque per fare i 4000 km che restano per arrivare a Vladivostok e il costo tra rientro e permanenza è troppo alto.

Domattina parto per Seul ho già il biglietto aereo e ho impacchettato la bici.

Poi là, valutando le circostanze  deciderò come procedere. 

Ciao,  alla prossima 

P.S. continuate a seguirmi ne sento il bisogno,  chissà che da una disavventura nasca un'altra opportunità migliore.

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...