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domenica 23 luglio 2023

 143esima tappa

Seoul-Seoul 12 km, temp. 28°C. Pioggia forte, vento assente. 

Oggi avrei dovuto visitare la seconda parte dei palazzi reali e spostarmi in un hotel più centrale che avevo prenotato ieri sera con booking.  

Uso il condizionale perché nella notte è piovuto tantissimo e anche questa mattina non ha scherzato per nulla. 

Sul telefono sono arrivate due allerte della protezione civile coreana che una volta tradotte dicevano di non uscire di casa per nessun motivo, di non avventurarsi in sottopassaggi per pericolo di inondazioni. 

Io mi sono preoccupato molto, uno perché dovevo spostarmi di hotel e due perché avrei dovuto lasciare la camera entro le 12,00 e il check in nell'altro hotel era dalle 15,00.

Esco comunque alle 8,00 per fare colazione e per capire il reale pericolo.  In 100 mt per arrivare  da "every days" catena di pasticceria e caffetteria sono già completamente bagnato; la giacchina in cerata serve a poco, una spanna d'acqua corre per strada e i pochi veicoli che circolano sollevano fontane a cui è impossibile sottrarsi. 

Io non ho mai visto piovere con questa intensità se non nei film ambientati in India nel periodo monsonico. 

Il negozio è aperto,  ordino cappuccino e due paste. Sotto il tavolo, ai miei piedi si forma una pozzanghera tanto è il colaticcio, sembra che mi sia pisciato addosso. 

Ritorno in hotel e dopo aver scritto a Paola di dire una preghiera per me, preparo un piano d'azione anti pioggia.

Insacco tutti i vestiti per bene e metto nelle borse stagne tutto ciò che posso. 

Nello zainetto che porto in spalle metto telefoni, power bank, e passaporto ben protetti da altri sacchetti di plastica, sopra lo zainetto un altro sacchetto e lo zaino sotto la mantellina ormai fradicia.

Resta un problema non trascurabile, anzi due. 

Come arrivo senza navigatore all'hotel Noble che dista 12 km? Secondo se seguo le piste ciclabili, sono piene di sottopassi e corrono lungo il torrente che le avrà allagate sicuramente. 

Decido di fare la strada delle auto che corre sopra passando sui marciapiedi, dove possibile. Ma devo memorizzare il percorso, il telefono bagnato non funziona e il touch va in tilt. Ne memorizzo solo la prima metà, ripromettendomi di trovare un posto coperto dove ripassare la seconda parte fino al termine.

Ora mentre scrivo rido di me stesso, ma vi assicuro che ero terribilmente in ansia.

Fatto tutto, aspetto le 12 per partire,  carico la bici e parto senza curarmi di non bagnarmi in quanto impossibile.  

Pantaloncini corti e senza calze, meglio bagnarsi la pelle che asciuga subito che gli indumenti. Sarebbe stato conveniente uscire in costume da bagno, ma in città non volevo finire alla neuro deliri coreana.
Di buono è che la pioggia è calda, sembra di essere in doccia. 

I primi 6 km li faccio senza fatica, anzi mi diverto anche a zigzagare tra i pochi pedoni con ombrello sui marciapiedi. 

Per la seconda parte, la più complessa per numerose svolte, ho la fortuna di avere una tregua di pioggia che mi consente di usare il telefono come navigatore. Direi che termine più esatto per la circostanza non esiste.

Arrivo dopo 2 ore per fare 12 km al mitico Noble Hotel. Un bel hotel in posizione ottima e ad un costo più che accessibile. 

Sono le 13,45, il portiere mi conferma la prenotazione, ma per il check in devo aspettare le 15.
Ok, entro con i bagagli e sistemo la bicicletta fuori, ma in posto sicuro.
Poi mi siedo con un po' di vergogna su di una poltrona nella hall.
Dopo 15 minuti arriva il proprietario della struttura, probabilmente avvertito, e mi da subito la chiave per la camera e così, vista la gentilezza e l'ottima soluzione alberghiera chiedo di fermarmi due notti anziché una. 

Oggi è impossibile la visita che farò domani e poi martedì mattina con tempo migliorato partirò per uscire di città. 

Dopo una vera doccia calda ed essermi asciugato prendo gli indumenti asciutti e mi preparo per uscire per mangiare qualcosa.  Per fortuna ha smesso di piovere e poco distante mi imbatto in un piccolo locale dove fanno hamburger. 

All'interno faccio conoscenza con un ragazzo kuwaitiano di nome Mohamed Azmi. È un boy scout, qui in Corea per il Jamboree,  facciamo subito amicizia e ci raccontiamo, mentre si mangia, la nostra vita e le nostre aspirazioni future. 

La legge scout al 1°articolo dice "lo scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout". È proprio un incontro fraterno che supera ogni diversità di lingua, cultura e religione.  Azmi paga la consumazione anche per me, allora usciamo insieme per un caffè e una pasta dove posso un poco ricambiare.



Ora sono sazio, felice e tranquillo in albergo, domani farò la visita ai monumenti a piedi, vista la vicinanza e non dovrò preoccuparmi di dove andare a dormire, la camera è già fissata e pagata.

Ciao,  alla prossima.

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