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mercoledì 29 marzo 2023

27esima tappa

 Istanbul-Kocaeli 104 km, temp. 3° pioggia, vento sostenuto da SudOvest.


Questa mattina, non volendo ripetere la situazione tragica vissuta durante l'ingresso in città anche per uscire, ho chiesto al metre se ci fosse modo di evitare il problema traffico e strade non adatte ai ciclisti. Dopo qualche ragionamento e pensamento la soluzione migliore è stata quella di uscire dalla città in metropolitana. Ottima idea, avrei dovuto farlo anche all'ingresso. La stazione è vicina all'albergo e la linea diretta conduce proprio nella direzione di Ancara ovvero la mia. 

Per il biglietto mi ha dato indicazioni il solito passante. Bisogna comprare la tessera magnetica dal giornalaio e caricarla a delle apposite macchinette gialle all'ingresso. Totale 3 eurini e 50 cent. Ma vai! 

Qualche timore a prendere le scale mobili con una bicicletta così carica, ma subito ho imparato la tecnica. Tu stai davanti 2 gradini e metti la spalla sotto la canna a mo' di puntello, tieni i piedi ben saldi e via. La metro è molto profonda perché passa sotto il Bosforo, per cui ci sono 3 scale mobili una più lunga dell'altra, in sequenza, che vanno veloci, non puoi avere ripensamenti.

Per fortuna,  data l'ora il flusso è in entrata e non in uscita dalla città. Così arrivo sulla banchina del treno, devo prendere quello per Gebze che in un'ora e venti mi porterà fuori città. (46 km). 


Che bello non dover fare tutte le acrobazie di questo mondo!

La metropolitana dopo il Bosforo corre in superficie, e la città sembra non avere fine.

Arrivato a Gebze, il capolinea, bisogna uscire attraverso una comoda ascensore che mi rimette a piano strada. Così mi sono fatto pure l'ascensore in bici, ma non è stata l'unica.

Un attimo per cercare il percorso che mi immettera' sulla solita D100 che ormai conosco bene, e via sotto una freddissima pioggia che non ha ancora smesso. Neve sulle colline attorno a non più di 200 mt. Pensavo la Turchia come un paese caldo eppure sono ancora sul mare. È come se nevicasse a Sarzana. Vorrei tanto un po' di global warming. 



Come immaginavo mi raffreddo subito, pur avendo indossato l'indossabile. Il traffico è molto intenso e le solite lavate dei mezzi mi trasformano in una statua di fango e sabbia. Le borse e la bici, immaginate voi.

Provo a cercare strade alternative alla D100, ma è sempre un fallimento,  finiscono quasi subito in vicoli ciechi ed è sempre là che devi tornare.

Per fortuna la corsia d'emergenza c'è quasi sempre.

I paesi sono orribili, compressi tra autostrada, ferrovia, superstrada D100 con 3 corsie per ogni senso di marcia e la montagna che sale ripida da il Mar di Marmara.

La città continua sempre, cambiano i nomi, ma quasi ininterrottamente è un susseguirsi di fabbriche, porti, palazzi e case.

All'una pausa caffè in un'area di servizio dove approfitto anche del bagno.







Spero che smetta almeno di piovere, ma non succede. Così, dopo solo 58 km di pedalata decido di fermarmi, sono le 16, non voglio consumare tutte le energie ricaricate nella pausa di Istanbul. 

L'albergo Wes, fa al caso mio. Un buonissimo hotel 4 stelle,  con colazione inclusa 45€.

Si trova però sull'altro lato della D100, cosi con altri due ascensori salgo e scendo la passerella che fa attraversare la strada.

Domani cercherò di resistere di più,  il tempo pare ancora brutto tutta la settimana,  spero che sbaglino, ma succede sempre più di rado. 

Dopo la doccia personale,  faccio la doccia anche alle borse per dare una ripulita. Devo dire che come tenuta sono perfette, non passa una goccia.

Purtroppo oggi poche e brutte foto. 

Andrà meglio domani. 

Questa è la mia camera.


Ciao, alla prossima. 

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...