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giovedì 9 marzo 2023

Nona tappa

 Silak-Nova Gradisca 107km. 

Esco ore 8,30  Temp 12°C, cielo coperto, ma sembra non volga alla pioggia. Partenza dall'albergo Pannonia di cui abbiamo già parlato, ma vi mostro la foto.


Nota sul colore, il grigio appena azzurrato di queste costruzioni di regime aveva certamente uno scopo educativo.  Spegnere la gioia, deprimere il popolo, non dare spazio a ciò che rende allegri, l'allegria è considerata perniciosa, foriera di turbamenti dell'anima. Meglio il conforme, il solo funzionale, la morte dell'estetica.



Insomma una sorta di religione di stato che non ammette divagazioni.  Assorto da questi pensieri ripercorro le parole della "Salve Regina" e nel pronunciare "...a te ricorriamo esuli figli di Eva, gementi e piangenti in questa valle di lacrime…"  Trovo terribile questa declinazione religiosa. E con lo stesso scopo di cui sopra. Spero di non essere eretico. I teologi mi perdonino. È impossibile che il Creatore ci abbia preparato una valle di lacrime. Le lacrime le abbiamo causate noi con i nostri comportamenti scellerati. Preferisco una dottrina della speranza, della resurrezione e della misericordia. É inevitabile pensare alla tormenta che si è abbattuta sull'Ucraina non troppo distante.




Uscendo sento il vento fischiare, un attimo di paura, poi forse è nella direzione giusta. In effetti, dopo aver imboccato la strada per N.G. sento che se non cambia direzione, ne il vento, ne la strada, forse eolo oggi sarà benevolo.

Saluto la Sava per l'ultima volta dal ponte.



Poi attraverso ancora una parte della Pannonia, i campi ancora non lavorati e mi infilo dritto dritto in una faggeta bella e selvaggia.  Acquitrini un po' ovunque invadono il sottobosco e dove il terreno emerge giacinti e bucaneve colorano il bosco ancora in letargo. Alla faccia di Tito e compagni.

Così con il vento in poppa il lupo grigio vola a 35km/h e giusto in un'ora e 1/2 dalla partenza ho già "messo in cascina" (come dice il mio amico Ros.) i primi 35 km. Decido di fermarmi un attimo per controllare l'assetto delle borse e vedo una chiesetta a bordo strada  su di una scarpata rialzata con un giardino davanti. Qui mi fermo e succede un fatto miracoloso, o per chi non crede sconcertante. Non capisco come arrivarci e allora le giro intorno e sul retro vedo un enorme velocipede 3-4 m di altezza ideale per una foto, sembra stato messo in mio onore, almeno m'illudo. 






Fatta la foto penso di dire una preghiera mattutina visto il dissenso dottrinale di prima. Posso dirla anche da qua senza salire la rampa. Il Signore è in ogni luogo! Ma poi penso,.. se sali è meglio chissà che sia una chiesetta dedicata proprio a San Luigi. Così faccio, entro sul sagrato con la bici, faccio la preghiera,  ma non riesco a capire la statua in bronzo che è davanti a chi sia dedicata, nessuna scritta.  Uscendo dalla recinzione mi volto ancora una volta e….




Ora ditemi che è una coincidenza,  anch'io stento a crederlo, ma con tutti i santi venerati e i diversi San Luigi proprio Gonzaga di cui porto con onore le iniziali che pure ho dato a Lupo Grigio, cosa ci faceva in Croazia? Mistero della fede!

Oggi sono troppo mistico, ma non è sempre così, perdonatemi. 

Con una marcia in più proseguo sull'unica strada che mi condurrà a meta. Impossibile sbagliare. Che bello non doversi preoccupare della direzione da seguire!

La via costeggia il bordo inferiore delle colline che posano sulla pianura, senza mai azzardarsi a salire, è fantastico. Sulle colline piccoli vigneti, spesso cartelli segnalano vini pregiati qui prodotti. Ma non immaginate le colline piacentine o dell'oltrePo. La strada è poco trafficata e ai bordi vi sono case sia da un lato che dall'altro, ma solo una fila di case indipendenti non attaccate che lasciano vedere da un lato i campi della pianura, dall'altro le colline, i vigneti e più su i boschi. La cosa continua così  per oltre 30km e oltre. Un villaggio diffuso a bordo strada.




Case per cani di ogni taglia 


Le case sono quasi tutte uguali,  piano terra 2 stanze e mansarda ricavata nel grosso tetto spiovente. Umili, rurali, spesso brutte non finite, molte senza intonaco. Ogni tanto cambia il cartello del paese, ma è un continuo. Più avanzo, più vedo case abbandonate o chiuse. Non so cosa pensare, forse la globalizzazione ha fatto emigrare queste genti rurali, qui non ci sono fabbriche,  uffici, negozi, solo qualche piccolo emporio. Guardando meglio noto dei buchi sulle pareti, sembrano segni di proiettili, penso… non può essere. Poi la cosa si fa più frequente e quasi tutte le case hanno questi segni, solo quelle ristrutturate di recente no. Sono i segni della guerra del 91 tra serbi e croati. Con relative "pulizie etniche". Il disfacimento della Jugoslavia aprì il conflitto civile tra i fautori dell'indipendenza croata e i fautori della Grande Serbia. Essendo le popolazioni serbe e croate mischiate, oltre a migliaia di morti tra le parti tra militari e civili,  ci furono anche centinaia di migliaia di profughi. Solo da parte croata 500.000. Ecco la ragione delle sventagliate di mitra sulle case. O vai o muori, e delle case abbandonate. Bè che tristezza.  Noi occidentali a seguire in poltrona le notizie dal tg. E parte d'Europa che finisce in fosse comuni. Non è del tutto vero, ci furono italiani che rischiando la vita, in quei giorni portarono aiuti, Caritas tra i primi.




Si sono fatte le 12 e mancano solo 25km quindi mi fermo per una sosta ed un panino preparato questa mattina con "il salato" del breakfast. 

Poco dopo riprendo il pedalare,  gli scolari escono da scuola e la piccola scuola rurale mi piace per la semplice empatia che emana. Le vorrei così le nostre piccole scuole.


Proseguo deciso, ma una cosa mai vista…due asini che litigano, uno tiene a terra l'altro mordendolo al collo e non molla la presa. Fotografia.




Forse uno è di etnia serba e l'altro croata. Finalmente il sottomesso si libera e piazza due calci ben assestati all'aggressore sul muso.  

L'uomo non è troppo diverso dagli animali, o meglio l'uomo diventa tale quando si distingue dagli animali. 

Insomma sono così arrivato a Nova Gradisca,  molti paesi hanno il prefisso nova o novi anche se di nuovo pare poco, altri ancora velica (vecchia) , forse queste terre hanno avuto tanti padroni diversi che sono cambiate spesso. Domani vi racconto una storiella in proposito, ma oggi vi ho tediato abbastanza.

Trovo subito questo hotel in stile tirolese il cui gestore mi accoglie a braccia aperte. Che vuoi di più dalla vita.  Sono le 15 e già sotto la doccia.




Ciao, alla prossima. 

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...