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mercoledì 2 agosto 2023

 153esima tappa

Yeongdeok-Gyeongju 85 km temp 30°  C. Cielo sereno, vento assente 

Ieri sera temevo di dover saltare la cena,  invece è stata la cena coreana migliore. 

Qui in Corea la gente mangia praticamente a tutte le ore, ma alla sera già alle 20 molti ristoranti chiudono o non fanno più servizio cucina. 

Nel piccolissimo borgo in cui mi trovavo vi era solo un ristorante che era chiuso,  nessun negozio di alimentari,  provo a chiedere ad una pescheria che ha dei tavoli fuori.  

Anche qui mi dicono che ormai è tardi. Nelle vasche un gran ben di dio di pesci vivi. Insistito e dico che il mio stomaco ha troppa fame, la signora mi dice che può darmi pesce crudo. "No grazie" vedo che sul menù scritto in coreano sul muro ci sono anche gamberi arrosto. 

Indico quello è con qualche sorriso riesco a farmeli preparare. Intanto mi portano anche salsine varie e verdure al peperoncino. 


Beh la padellata è arrivata presto con anche riso bollito e una coca-cola.  I gamberi sono grossi e freschissimi e intanto colloquio con la cognata della proprietaria che mi racconta che ha cominciato a 51 anni ad imparare l'italiano all'università. 

Lei è una soprano e per la lirica l'Italia è il paradiso.  Mi dice che ha pure un amico che studia a Piacenza al conservatorio. Il mondo è anche piccolo!

Tra le salsina vi è pure una cosa gialla che sembra un frutto, invece è un fungo, me lo faccio ripetere due volte e si chiama fiore. Io pensavo ad un'alga o ad una spugna. Molto buono.

Questa mattina comincia invece male, niente colazione e subito una bella salita ripida di 2 km. Arrivo in cima, trovo un baretto aperto e chiedo un caffè.  

La signora, molto sgarbata mi fa capire che ha solo bibite, niente biscotti o simili.  Allora prendo una bottiglietta dal frigo di colore del tè, salvo poi accorgermi che è una specie di orzata neanche dolce. 

Poi un pacco di non meglio identificate rotelle chiare tipo pancake, sono in realtà dischi di riso soffiato con la consistenza del cartone e anche il gusto. Insomma forse era meglio stare a digiuno,  ma riesco comunque a deglutire 3 dischi con l'aiuto della simil orzata. 


Poi guardo la bicicletta e mi accorgo di aver dimenticato una borraccia in camera,  devo assolutamente ritornare a prenderla, con questo caldo è indispensabile. Rifaccio quindi la salita, la colpa è mia, ma le salite se fossero con pendenze umane non sarebbe male.

Ancora mare, ancora spiagge, ma sono di cattivo umore e non mi fermo a fotografare. 

Oggi devo decidere se portarmi verso l'interno in direzione Jamboree o proseguire verso Busan.  Provo anche a cercare agenzie di viaggio, ma non concludo nulla. 

Questa incertezza,  mi sta creando ansia che condizionerà gran parte della giornata. 

Intanto il caldo aumenta, bevo in continuazione e continuo a sudare, non è la cosa giusta.

Mi fermo ad un gazebo a riflettere.  Decido che andrò a Busan,  non ha senso attraversare due volte la penisola, facendo 700 km in queste condizioni,  per passare una giornata con gli amici scout. Da Busan, che comunque devo arrivarci per il traghetto, cercherò se ci sono mezzi pubblici per raggiungere il Jamboree, in alternativa partirò prima per il Giappone. 

Sono le 11, ma il sole è forte e l'umidità di più. 

Ora ho lasciato il mare e pedalo verso l'interno,  qualche salita, afa, risaie ovunque e sole che sembra allo zenit. Sono in crisi, le gambe sembrano non girare e la testa cuoce anche sotto il cappello. 

 Vorrei per un momento spegnere il sole come fosse una lampadina. Ancora una decina di chilometri in piena sofferenza, poi decido di fermarmi all'ombra di una robinia a bordo strada. È l'una, per me è impossibile continuare.  

Mi appoggio alla pianta grondando di sudore anche da fermo e mi addormento.  È una fuga dalla situazione a cui non so reagire. Alle 14 mi sveglio per la pizzicata di una formica. Mi riprendo e ricomincio a pedalare, molto leggero, ma con un ritmo. Dieci chilometri poi breve sosta e un po' d'acqua,  poi altri 10 e così via per 4 volte. Il sole è meno cattivo e le ombre cominciano ad allungarsi. 




Arrivo alla città di Gyeongju, 260.000 abitanti,  palazzoni di 20 piani ovunque.  Pare che nei dintorni vi siano diversi siti patrimonio del Unesco.


La mia prima impressione è che sia una città industriale moderna. Ma non sono nello spirito di visitarla.

Trovo una buona sistemazione in una Guest House. 

La cena in camera con noodles e due hamburger scaldati in microonde.  Che tristezza ! 

Ciao, alla prossima. 

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...