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giovedì 16 marzo 2023

14esima tappa

 Belgrado-Veliko Gradiste 126km , temp 2°C. Cielo parzialmente nuvoloso Vento forte. 




Oggi tappa tribolata per diversi motivi, ma andimo per ordine.

Sveglia alle 7,00 e colazione in camera,  tè con il bollitore ed una barretta, poi riassettare i bagagli e recuperare la bici. 

A proposito di bici, un po' di timore per averla lasciata al garage delle auto. Ma poi tutto ok. Anzi devo dire che è un buon posto. Vi sono anche piccoli attrezzi per riparazioni.

Poi ancora in piazza della Repubblica per un ultimo giro e per prendere la direzione giusta per uscire di città. Il primo riferimento è  il ponte per Pancevo o Pancevo Bruke. Il ponte sul Danubio che ti fa andare in sponda sinistra. Per fortuna sul ponte che è lungo 2km un marciapiede su cui pedalare.  Le rampe di accesso però sprovviste, momenti di paura,  la strada con 4 corsie dove tutti corrono veloci, traffico da ore di punta.



Terminato il ponte iniziano le indicazioni per la ciclabile del Danubio,  vi sono 2 possibilità o la strada principale molto trafficata o in alternativa una brutta strada sull'argine del fiume che in 8,5km ti riporta ad una congiunzione. Sono giorni che piove e anche questa notte sono atterrato in mezzo ad uno splendido temporale, splendido per i fulmini che illuminavano a giorno le nubi mentre il nostro piccolissimo aereo ATR turboelica faceva di tutto per non precipitare. Alla fine atterrato in fondo alla pista ma senza danni. Pensare di fare 8,5 km di sterrato brutto mi sembra follia, ma poi un villico mi dice tranquillo vai di lì che vai bene.  Così mi lascio convincere,  il paesaggio è  bello, si pedala sull'argine del fiume e si vedono uccelli, purtroppo la strada è erba con due piccole strisce di fango. O scegli erba ed è un tremolio unico o il fango che subito si incolla in ogni dove e ti sembra di fare ciclo cross.




Dopo circa 1 km un piccolo branco di cani pensa di divertirsi alle spalle del ciclista. Comincia un duello tra cani che oltre ad abbaiare addentano le borse per farmi cadere. Una si è rotta la rete esterna e l'altra è stata staccata una cinghia. Sono costretto a fermarmi più volte, ma i bastardi quando scendo si tengono lontano dai calci e appena risalgo vengono ad insediarmi i polpacci. Sono incazzatissimo,  non ho timore, ma capisco che non ho modo di difendermi dai loro assalti. Vorrei avere un bazooka e farli saltare con pioggia di viscere, ma sono impotente, ho solo uno spray al peperoncino, ma è nella borsa e dovrei smontare tutto il carico e poi…, Alla fine si stufano e posso proseguire. 
Più tardi andrò a cogliere un bel ramo di corniolo, detto sanguanin per il colore rosso della corteccia che userò come sciabola contro i cani. So che usato come uno scudiscio fa male, ma non si rompe. Tutto il giorno subiro' i loro agguati, ma ora con la mia sciabola mi sento sicuro. Fu mio padre ad insegnarmi le doti di questo legno duro ed elastico. Io da bambino ci costruivo arco e frecce.
Si fa per dire, l'andatura è sotto i 10km/h ed è un continuo tremolare o raccoglie fango. Dopo 4km decido di prendere una traversa e riportarmi sulla statale. Qui non va meglio, il traffico è elevatissimo ed in pratica è un autostrada senza corsia d'emergenza. Noto che sul lato sccorre uno sterrato di ghiaia, sicuro, penso: proseguiro' sul quello e poi salirò sulla strada se finisce.


Così ho fatto per 4km, poi è finito e davanti a me,  vedo un canalone pieno d'acqua che passa sotto la strada. Questa è ormai irraggiungibile a causa di una ripida scarpata e del guardrail. Dopo alcuni tentennamenti passo a mezza scarpata con bici a mano il canale, con il rischio di finire io e l a bici a mollo. Per fortuna non succede e così riesco al primo incrocio a riguadagnare l'asfalto. 7km di paura, poi prendo una strada secondaria che seguirò per molto, un po' più lunga, ma tranquilla. Non ho neanche il tempo di gioire che si alza un vento teso di traverso  che mi fa sbandare spesso e mi butta sul ciglio oltre l'asfalto. Allora ti devi fermare e manualmente riportare la bicicletta sul duro scollandola dal fango delle banchine. Così a passo alterno proseguo con difficoltà. Finalmente la strada piega a sud e il vento passa al lasco. La velocità aumenta e il morale sale. Gli ultimi 10 km per arrivare al punto in cui prenderò il traghetto per attraversare il Danubio sono su una pista erbosa a lato di un canale che porta all'imbarco, è ormai il tramonto,  sono solo in questa zona naturalistica di pregio, a fianco a me anatre, cigni, cormorani e pesci che saltano fuori dall'acqua.

In circa un'ora arrivo all'imbarco, sono le 16,45, qui trovo solo due auto che aspettano di traghettare, un cartello dice che le corse nel pomeriggio sono 2 una alle 14,30 e una alle 17. Che c... penso, se anche fossi arrivato prima avrei dovuto aspettare. 

Mi godo l'attesa scattando foto al tramonto. Sulla piccola chiatta spinta da un rimorchiatore in circa ½ ora arriviamo sulla sponda destra nel paese di Ram dove penso di dormire.  Un castello domina il paese e già si vedono le famose "porte di ferro". Queste sono gole scavate dal fiume attraverso i Carpazi che domani dovrò affrontare per passare in Bulgaria. Da qui in poi il Danubio segna il confine tra Serbia e Romania. 

Chiedo informazioni al battelliere circa l'albergo e in primo tempo mi conferma la presenza a Ram, poi consultandosi con gli altri due uomini dell'equipaggio.  Mi dice che in questo periodo è chiuso e dovrò proseguire per altri 15km. Deluso, ma consapevole che qualcosa sarebbe andato storto, mi metto di buzzo buono per completare la tappa. Subito una dura salita mi stronca le gambe che girano ormai da oltre 100km, in realtà i km saranno 20 di cui gli ultimi 15 fatti alla luce del fanale. Qui, essendo ad est dell'Italia, il sole tramonta prima. Con qualche imprecazione arrivo finalmente all'hotel del Danubio Park.  Camera molto bella e possibilità di sala fitness,  che non utilizzo.  Doccia e subito a cena perché alle 21 il ristorante chiude.  Sarò,  come spesso l'unico cliente dell'albergo e ristorante. 

Ciao,  alla prossima.











Qui il Danubio sembra mare.


Il castello di Ram


190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...