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sabato 10 giugno 2023

 100esima tappa

Ridder-Ridder 0 Km, temp 25°C. Cielo parzialmente nuvoloso,  vento assente. 

È  la 100esima, è solo un numero, ma tondo come il mondo, alla partenza era un traguardo lontano, quasi irraggiungibile,  ma ora sono qua ed è tangibile.
Non riesco ancora a crederci del tutto, temo di svegliarmi da un momento all'altro.

Oggi finalmente dopo tanta burocrazia è il giorno effettivo per la visita al parco.

Mary l'interprete, mi viene a prendere puntuale in hotel, insieme si va alla direzione del parco, qui trovo la direttrice, Tatiana, in mimetica e scarponi da montagna, l'autista e… si parte subito, stento a crederlo.  



Evviva! La gioia mi da un po' alla testa, l'atmosfera è rilassata e subito imbocchiamo la strada che porta al confine russo che è subito sterrata, ai lati siepi di betulla e radure piene di fiori.

Le montagne innevate fanno da cornice, un paesaggio dolce, una valle ampia di tipo glaciale attraversata da numerosi lipidi torrenti. 









Ancora prima di arrivare all'inizio della riserva vi sono molte cose da vedere e fotografare,  nell'insieme mi ricorda la Norvegia in alto sopra la taiga si sviluppa una tundra coperta di licheni (qui grigi, in Norvegia erano bianchi). 

L'autista è esperto e guida veloce, conosce ogni cosa perché prima era guardia forestale qui. 

Per chi fosse interessato a conoscere di più www.zagpz.kz .

Tra i ranuncoli vi è uno simile al botton d'oro, ma arancione, poi fiori di malva doppi, rose, tarassaco, aster e altri.

Ogni tanto ci fermiamo per una spiegazione o per fare riprese e foto.




Poi si arriva dopo 47 km ad un resort "Kimovka" un posto stupendo,  vi sono casette in legno, una chiesetta, e un grande prato dove insieme pascolano asini, pony, cammelli.

Vi è anche una zona dove ci sono animali in osservazione,  cervi e cerbiatti.





Riprendiamo il viaggio e arriviamo ad una sbarra che segna l'inizio della riserva, da qui in poi per proseguire ci vuole l'autorizzazione. 

Qui vi è anche un ostello gestito dal parco dove si può dormire, stile rifugio, per 8 euro al giorno. Vi è stufa, cucina a gas e dormitorio con letti a castello. Fuori c'è la sauna russa vicino al torrente.



Dopo il controllo dei documenti la sbarra viene alzata e noi proseguiamo per altri km, ci fermiamo su un colle e a piedi prendiamo un sentiero che tra prati, boschi e ruscelli ci porta in una zona dove ci sono molti Pinus ibericus, simile al nostro cirmolo i cui semi sono eduli. 

Tra queste piante alcune sono maestose e tra le più longeve del parco sui 400 anni.

Bisogna, secondo la tradizione locale, abbracciarle per captare l'energia vitale che si dovrebbe anche sentire appoggiando l'orecchio (io non l'ho sentita,  ma di orecchio non sono troppo dotato). Poi si esprimono desideri e preghiere nella tradizione sciamanica. 

In ogni caso ci si sente meglio con persone che rispettano e amano il creato.




Più avanti ammiriamo le dighe dei castori, allora come non intonare "Terra di betulla,  casa del castoro…" le due donne sono ammirate e anche loro vogliono contribuire con nenie russe dolcissime, tra cui  " Fischia il vento,  urla la bufera…" Che in russo ha parole diverse, ma la stessa melodia.

Infine arriviamo al confine con la Russia,  effettivamente non si va oltre, manca la strada.

Qui in un'ampia radura che sfuma verso l'alto ruscelli e mughi, luogo dei lupi e dei pipistrelli.

Alcuni carpentieri stanno costruendo una casa di legno con pali e muschio, da veri trapper. Ci offrono l'immancabile chai e dei dolci.

Poco più in là un ruscello con ponticello di legno e poi pausa pranzo sotto un gazebo nel mezzo della natura selvaggia. 







Per 78 km abbiamo viaggiato senza vedere un manufatto umano oltre il resort e la stazione del parco.

Qui  è anche zona di orsi bruni e neri, vengono raccontati aneddoti abbastanza inquietanti, ma oggi non né vediamo per mia pace interiore. 

I prossimi giorni dovrò pedalare per quasi 1000 km in posti analoghi.

Ora si ritorna, ancora una sosta per un'antica colata lavica  di 2 milioni di anni fa e qualche altra foto.




Al ritorno in città mi sento in dovere di invitare l'equipaggio a cena in un buon ristorante.  Mary  verrà sicuramente con il fidanzato,  Tatiana forse, l'autista no perché abita in un altro paese.

Poi con Mary andiamo a cambiare un po' di dollari in rubli così per i primi giorni sono a posto. 

Mary non vuole essere pagata per il servizio di traduzione,  dice che per lei è stato un esercizio utile parlare con uno straniero,  riesco solo a darle una piccola mancia.

Devo una volta di più testimoniare quanto siano generosi questi kazaki. 

Ciao, alla prossima.




190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...