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lunedì 31 luglio 2023

 151esima tappa. 

DONGHAE-Bugu-ri 70 km. Temp 30°C. Cielo sereno, vento assente. 

Oggi si conclude il 5°mese di viaggio; è tempo per il consueto bilancio tecnico,  per il vero bilancio del viaggio aspetto, per scaramanzia, di arrivare a Tokyo. 

Gli ultimi chilometri, che poi non sono troppo ultimi, infatti prevedo ancora almeno 2500 km. richiedono la stessa concentrazione e impegno dei primi. 

Km fatti in bicicletta 10363, raggi cambiati oltre 20, 2 in questo mese, forature oltre 15, una proprio oggi, paesi attraversati 15, 2 portapacchi sostituiti, 3 cavalletti, 5 copertoni, 4 pattini freni sostituiti,  rotto lo specchietto retrovisore, rotti 2 ganci delle borse.
Ho usufruito di 3 passaggi in camion, 3 tratte in aereo, 1 in pullman. 

Sembra un po' un bollettino di guerra, ma se sono arrivato in Corea vuol dire che a tutto c'è rimedio, anche al visto russo annullato che ancora brucia. 

Oggi ho pure faticato molto e fatto pochi chilometri. 

Questa mattina sono partito tardi alle 9,30, prima sono passato in agenzia per chiedere informazioni sul traghetto per il Giappone per me e anche per Rosario. 
È sconcertante vedere che nella migliore agenzia viaggi di Donghae nessuno parla inglese.  Inoltre, gentili questi coreani, ma darti una mano, no.

Anche ieri al porto ho avuto questa sensazione,  ti rispondono, ma non fanno un minimo sforzo per aiutarti. 

Oggi chiedo, con il traduttore, informazioni circa i traghetti per il Giappone, la risposta è stata "noi trattiamo solo voli per il Giappone.
"OK! "Sapete darmi informazioni sulla compagnia di navigazione?" Chiedo.  "Noi non ci occupiamo di traghetti." Così a disco rotto per ogni ulteriore domanda che facevo. 

Mi chiedo se val la pena insistere o lasciare perdere. Alla fine lascio perdere, ho già fatto tardi e il caldo umido fuori mi aspetta.

Il percorso oggi è stato tutto salite ripide e discese altrettanto.  Non ci sono quasi stati tratti in piano. Le salite sono riuscito a farle pedalando, ma grondando sudore ogni volta, per le discese è stato inevitabile tirare i freni così da consumare il potenziale faticosamente accumulato. 

Ora mi sono fermato in un Motel Ace sulla strada, sono già le 17 e sono molto stanco e disidratato, in più non sono riuscito a trovare nulla da mangiare, solo un gelato e un pacchetto di patatine. 

Ho incontrato sulla pista ciclabile molti ciclisti e qualche cicloturista, tutti sono coperti con pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe (quasi sempre nere) e sulla faccia un fazzoletto o paracollo, solo gli occhi sono liberi, ma coperti da occhiali scuri. 

Solo un timido cenno di saluto come risposta al tuo. Nessuno si ferma a parlare o chiedere qualcosa, in Kazakistan ci abbracciavamo e dopo un tentativo di comunicare ci si faceva una foto. 

Qui tutto è troppo asettico, anche per strada molti indossano ancora le mascherine. 

Ad un certo punto mi sono fermato ad un belvedere,  è arrivato poco dopo un ciclista che si è messo distante da me, allora mi sono avvicinato e ho cercato un contatto verbale, lui ha risposto con un leggero inchino della testa, poi si è subito allontanato.




Gli unici individui con cui ho conversato in questi giorni in Corea erano stranieri. Forse sono io che sbaglio approccio, ma da parte loro troppa riservatezza.

Ciao,  alla prossima. 

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...