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lunedì 24 luglio 2023

144esima tappa 

Seoul-Seoul 0 km. Temp 30°C. Cielo coperto, vento assente. 

Notte serena,  priva di paure e risentimenti, oggi il cielo è grigio e l'aria umida e afosa già di mattina,  ma splendida rispetto a ieri,  una normalità ripristinata in poche ore. 

Il sorriso del concierge alla reception la certifica, i miei abiti puliti e asciutti mi conferiscono un'aria rispettabile da vero turista italiano. 

Esco e m'incammino verso un caffè per una colazione europea, "baguettes paris" fa al caso mio, ho voglia di sedermi e farmi servire, prima ero entrato in un locale "subway" dove bisognava ordinare con uno schermo, pagare con carta, attendere che il tuo numero comparisse sul display e andarti a prendere la roba da portare al tavolo, no grazie, sono uscito subito, non faceva per me.

Un caffè americano con due muffin, il bicchiere d'acqua, tavagliolini e zucchero portati dal cameriere con un sorriso, qui ci siamo. 

Sono solo le 8,00 il palazzo Gyeonbongkung che andrò a visitare apre alle 9,00 quindi mi prendo il vezzo di passeggiare per un vecchio quartiere,  dove le strade erano fatte per carretti e risciò e dove abitazioni in legno hanno resistito anche alla distruzione della seconda guerra mondiale e al modernismo dilagante. 



In questa città l'antico è accostato al moderno senza passaggi intermedi, è come mettere un Luigi Filippo in una casa di design. Ci sta!

Oggi mi rendo meglio conto della topografia di questa città che risulta immersa tra le montagne verdi che spuntano tra i palazzi, un po' ricorda Rio de Janeiro,  ovviamente manca il mare, o almeno non si vede e non è certo quello di Copacabana o Ipanema.





Alle 9,05 sono all'ingresso del Palace Gyeonbongkung. Questo palazzo fu costruito alla fine del 1300 e rappresenta il principale palazzo della dinastia Joseon.  

Ebbe una storia travagliata in quanto bruciato durante l'invasione giapponese del 1500, non fu immediatamente ricostruito e fu lasciato abbandonato fino alla fine del XIX secolo quando iniziarono le opere di restauro.  Contava 330 edifici su di una superficie di 410.000 mq. con più di 5000 stanze. Su Wikipedia si legge 

"Dopo l'assassinio della principessa Myeongseong da parte di agenti giapponesi nel 1895, il marito (l'imperatore Gojong) lasciò il palazzo e la famiglia reale non vi fece più ritorno."

Nel 1911 le forze d'occupazione giapponese distrussero tutti gli edifici tranne 10, e costruirono l'edificio del governatore di Corea proprio di fronte alla sala del trono.

Solo nel 1990 sono iniziati i lavori di recupero architettonico del palazzo per riportarlo al suo aspetto originario, ed eliminando il palazzo del governatore.  Oggi direi che è visibile nel suo primitivo splendore. 

Anche qui si entra in una serie di cortile concentrici con porticati sui 4 lati ed una leggera ascesa con gradini porta alla cerchia successiva. Rispetto al Changgyeonggung Palace visto due giorni fa è meno disperso e più accorpato, più razionale. 








Dalle finestre aperte degli ambienti entra la vista del giardino e appare come un quadro idilliaco incorniciato.

Gli edifici sono posati su di un basamento in granito che permette attraverso apposite aperture e vespai di riscaldare le tavole dei pavimenti in legno, in alcuni locali, a titolo di esempio sono poste anche suppellettili ed arredi.

Dopo la visita al palazzo mi addentro nel giardino.

Mi siedo su di una panchina nel parco, voglio assaporare questo momento estatico con la lentezza del piacere. 

Una gazza sta cibandosi di frutti rossi sulla chioma di una specie di viburno. 

Qualche turista passeggia nel grande parco, dietro di me uno specchio d'acqua con qualche micro isoletta dalla quale protendono pini e cedri, i loro fusti contorti sembrano sculture.  Sullo sfondo la grande pagoda posta sull'isola centrale.  


La bellezza della natura non è lasciata a se stessa come in una riserva naturale, ma è plasmata ad arte per accogliere gli elementi architettonici come parte di essa. 

Non vi è contrasto tra naturale ed artificiale. Si è stretta un'alleanza tra intelligenza umana e impeto creativo naturale, ne risulta una straordinaria esplosione di bellezza che fa bene al cuore e allo spirito. Vorrei sdraiarmi nel prato e osservare le nuvole che lentamente si spostano nel cielo.

Una cosa particolare che ho notato anche nei giorni scorsi è il canto o frinire delle cicale, è diverso da quello europeo. 

Vi spiego: in Italia o Grecia, d'estate le cicale fanno un rumore quasi assordante e continuo tipo: cha-cha-cha....... Qui il loro canto è diverso vi sono momenti di pausa assoluta intervallati da grisss-grisss..... con intensità crescente che finisce in un suono continuo come il rumore di una radio che non riesce a sintonizzarsi.
Poi improvvisamente una inizia con: brisc-brisc-brisc-brisc-brisc (5volte) seguito da un  briscccccccccc… (lungo che sfuma in dissolvelza). (scusate la digressione, ma la mia formazione entomologica qui affiora).

Non conosco il significato di questa comunicazione,  ma ritengo che sia un richiamo sessuale all'accoppiamento prodotto dai maschi.

Durante la visita molti turisti indossano costumi tipici, incontro anche scout francesi in visita prima della loro partecipazione al Jamboree. 





Finita questa visita mi sposto per l'ultimo palazzo in programma il Deoksugung il primo palazzo imperiale e anche il più piccolo, si fa per dire.

Per arrivarci attraverso la City con i modernissimi palazzi, schermi giganti, sculture e ogni stravaganza e originalità pensabile.  












Quando però arrivo scopro che lunedì è il giorno di chiusura. 

Pazienza, avrei dovuto leggere prima la guida, ma non mi dispiace più di tanto,  è bello lasciare in un posto anche qualcosa di incompiuto può essere un buon motivo per tornarci.

Ciao, alla prossima. 

190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...