140esima tappa
Ulaanbaatar-Seoul 0 km. Temp 15°C. Cielo parzialmente nuvoloso, vento assente.
Oggi scrivo solo per non lasciare vuoto il giorno, ma di fatto niente bicicletta, solo aereo e metropolitana.
Questa mattina, come preannunciato ho preso l'aereo dall'aeroporto Gengis Khan di Ulaanbaatar a Seoul Incheon.
Sveglia alle 5, poi veloce colazione e con 1 ora di auto sono all'aeroporto, con me i fedelissimi amici della Mongolia.
La bicicletta è stata impacchettata e ho con me le borse laterali e il borsone. Il peso di tutto è oltre 50 kg, dovrò pagare una penale perché il mio biglietto ne prevede 23.
In aeroporto molta gente che parte e difficoltà a consegnare il bagaglio, prima va wrappato, ma anche questo non basta, bisogna avere solo 2 colli, così riwrappo un collo la bicicletta 25 kg con tutti i ferri e i ricambi e uno le tre borse insieme.
Al momento di pagare il tizio al check-in chiede contanti, non ne abbiamo abbastanza, bisogna scendere al piano inferiore dove c'è il bancomat e ritirare la somma che finirà nella tasca interna della giacca, chi si può arrangiare lo fa anche in Mongolia.
Alle 8,40 il volo parte e in 2 ore e 30 minuti arriverà a Seul, ma essendoci ancora un'ora di fuso diventeranno le 13,15.
Tutto ok. Il ritiro bagaglio dopo il passaggio in controllo passaporti che è stato lungo per la tanta gente in arrivo.
Prima di uscire faccio pure la sim coreana con qualche difficoltà. Poi metropolitana da Incheon fino a Seoul, 1 ora e 30 minuti.
Per me l'impatto è stato un po' stressante, scritte in ideogrammi, ascensori che portano a piani diversi da quelli scritti, gente di fretta e soprattutto due pesantissimi bagagli da portare.
Dalla stazione di Seoul, l'albergo prenotato dista solo 850 mt.
Ma con quei 2 grossi pesi non riesco a muovermi, sono costretto a cercare un taxi, nessuno mi vuole caricare, finalmente un grosso taxi riesco a convincerlo di portarmi in albergo.
L'albergo è piccolissimo, nessuna reception, solo un citofono nel quale riesco a dire il mio nome e il numero della prenotazione.
Così cade una chiave magnetica:206 è la mia stanza. Vi dico solo che se alzo una mano tocco il soffitto, niente finestre, letto francese e stanza che finisce con il letto, il bagno è intasato e la doccia è fredda.
Costa poco, non ci si può lamentare con nessuno. Ormai preferivo le ger con il cesso a 30 mt senz'acqua, almeno circolava aria.
Oggi riposo, non ho dormito quasi nulla. Domani lo dedico a Seoul ed ad incontrare la cugina di Kulan che vive qua.
Ciao, alla prossima.
Che giornatona di spostamenti e sforzi! Vedi di riposarti e inizia a goderti la Korea. La cugina sarà preziosa
RispondiEliminaOgni tanto serve prendere fiato, per poi ripartire con slancio e determinazione. Non essere riuscito a passare quella frontiera sicuramente ti porterà a nuovi obiettivi e grandi soddisfazioni. Come si dice : chiusa una porta si apre un portone!
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