142esima tappa
Seoul-Seoul 55 km. Temp 30°C. Cielo sereno, vento assente.
Oggi giornata senza traumi, ne avevo bisogno per la mia integrità psicofisica, salvo un ribaltamento con la bicicletta per un interdetto che mi è venuto dentro con la sua, per fortuna senza conseguenze.
Dopo aver sostituito il raggio rotto decido che la prima cosa che farò è andare nel miglior negozio di biciclette di Seoul e prendere una ruota nuova.
Individuo il Watts Sport, negozio 5 stelle con ottime recensioni.
23 km per arrivare, ma in direzione del centro. Ancora piste ciclabili perfette lungo i canali che sono stati trasformati in giardini con rose e fiori curati, ogni km macchine per esercizi fisici utilizzate da cittadini di ogni età, campi da tennis, pallavolo e canestro, e altri giochi.
Panchine per sedersi e tavoli per picnic. Vi è anche una sezione con gli orti individuali, piccole parcelle 3x3 dove chi fa richiesta ottiene un numero per il proprio orticello, nessuna delimitazione, solo un numero su di un paletto.
Questi chilometri sono volati e sono volato pure io quando un interdetto mi è venuto dentro con la sua bicicletta senza guardare a 90 gradi.
Capovolta in avanti e atterraggio nel fango. Per fortuna senza conseguenze fisiche e meccaniche.
Unico problema pantaloni e maglietta sporchi di fango, li avevo appena lavati ieri sera, ora nuovo bucato.
Quando arrivo da Watts Sport entro nel bike service super accessoriato. Tra di me penso di essere nel posto giusto per una ruota nuova, costi quello che costi.
La mia speranza è subito svanita quando il meccanico mi ha detto che da 26 pollici non tengono più niente da anni, solo 28, 28,5 29 con freni a disco etc.
Nella steppa erano troppo indietro per avere ricambi, qui troppo avanti; il viaggio attraverso l'Asia è un viaggio in diverse ere geologiche.
Pazienza, troverò da un'altra parte, ma ora voglio andare a visitare il Palazzo Reale.
In realtà i palazzi sono 4 tutti abbastanza vicini, prendo il biglietto che mi consente le 4 visite più la visita al giardino segreto. Due li visiterò oggi e due domani.
Il primo si chiama Changdeokgung Palace è stato costruito nel 1400 come secondo palazzo della dinastia Joseon, ma venne ricostruito dopo il 1600 a causa della distruzione seguita all'invasione giapponese del 1500.
È stato attivo per 270 anni nei quali hanno dimorato 24 re della dinastia Joseon con le loro mogli, amanti e concubine. Era anche la sede diplomatica dove si ricevevano politici e generali di altre nazioni.
La cosa che più è diversa dai palazzi reali europei è il fatto che non è un'unica grande costruzione, ma tanti padiglioni in legno con tetto a pagoda immersi in una vastissima area verde.
Fate conto uno spazio tipo Central Park a New York, ma molto più bello su colline e stagni con boschi di piante secolari, in centro città contornato da grattacieli e palazzi moderni.
Qui vi è anche il giardino segreto che occupa il 60% dell'intera area. La visita è guidata ad orari prestabiliti dal biglietto.
Sarà che amo molto i giardini e i boschi, ma per me solo il giardino vale un viaggio a Seoul.
Le diverse essenze sono accostate con una grande raffinatezza, tutto sembra spontaneo, ma è estremamente calcolato per far risaltare il bello in ogni sua forma.
Ovunque poni lo sguardo cogli armonia, perfezione delle forme e dei colori.
Piccoli e grandi padiglioni sono inseriti con maestria nelle radure, il legno rosso delle colonne e delle travature è accostato agli enormi tetti a pagoda che richiamano le ali delle aquile in volo coperti da tegole grigie di due misure differenti: il canale è largo e appena concavo, e il coppo è piccolo e convesso come un tubo.
Gli spazi abitativi sono rettangoli o quadrati vuoti, in legno con pareti mobili, porte e finestre scorrevoli tipo giapponese. Non ci sono arredi e mobili di nessun tipo.
La semplicità assoluta come valore estetico. I percorsi in pietra e in legno di raccordo tra gli edifici e gli spazi sono studiati nei particolari, le forme, le dimensioni delle pietre utilizzate sono funzionali all'uso, e al gusto del bello come attributo irrinunciabile.
Sono poi passato al secondo palazzo Jonmyo. Questo palazzo rappresenta e venne utilizzato durante il lutto imposto per tre anni quando un re o una regina morivano.
È molto più piccolo, anch'esso immerso in uno splendido giardino, la singolarità è che i percorsi in pietra tra una costruzione e l'altra sono fatti su due livelli, uno centrale un po' più alto dove camminano gli spiriti e due laterali dove camminano i vivi. Anche adesso un cartello prega di non camminare su quello centrale.
Dopo questa abbuffata reale, anche il mio stomaco vuole la sua parte, quando esco prendo degli street food gustosi per pochi wan e poi vedendo la scritta di Caffè Cosucci entro per un peccato di gola, una granita con gelato come la fanno a Messina, buonissima e graditissima visto il caldo 32°.
Comincia a piovere qualche goccia e sono già le 16,00 mi avvio verso la mia dimora popolare al motel. Da qui ci sono 20 chilometri, nel tragitto passo davanti a centinaia di ferramenta, mannaggia la brugola di ieri che mi ha fatto sudare 7 camicie.
Poi passo davanti anche ad un artigiano ciclista, che sia la volta buona per la ruota? Dopo circa un'ora di tentativi per farmi capire cosa voglio e che prezzo mi fa per il lavoro desisto. Saluto e riprendo a pedalare.
Ci ha messo tempo e volontà anche lui, ma è stato inutile, con il traduttore I termini tecnici come: raggi, mozzo, spessore raggi, pollici del copertone etc vengono stravolti e le frasi tradotte non hanno senso.
Inoltre vedo che pur avendo il cerchio giusto non è montato, e per montarlo ci vuole un giorno, domani è domenica, quindi 2, dovrei lasciargli la mia ruota, ma come torno in hotel ci sono ancora 8 km? Insomma butto la spugna e mi avvio appena in tempo perché arrivato il hotel scoppia un grande acquazzone tropicale, meno male che sono al coperto.
Ciao, alla prossima.
Grazie per portarci con te a vedere luoghi così remoti e affascinanti. Ho sempre immaginato Seoul come una metropoli tutta grattacieli e traffico e ora, quasi quasi la metterei cone tappa fi un prossimo viaggio!
RispondiEliminaMi sa che i giardini koreani preludano a quelli giapponesi, ci dai una idea di purezza, rigore e armonia, un minimalismo ricercato che di sicuro funge da antistress nella frenesia della megalopoli. Peccato che la ruota del 26 non esista più, del resto sto coreani ci vendono ogni tipo di tecnologia e nell' ottica delle ere geologiche lupo grigio è un fossile. Non disperare, incapperai in qualche rimasuglio meno evoluto quando meno te lo aspetti, come nel motel ieri sera.
RispondiEliminaTu dici "far risaltare il bello in ogni sua forma". Acuta osservazione. A pensarci bene mi sembra il compito di ognuno di noi ma per poterlo fare ci vuole un occhio e soprattutto un cuore disposto a vederlo.
RispondiEliminaGrazie per i commenti che mi aiutano a capire meglio le opportunità che ci sono in questo viaggio. La disposizione giusta è essere aperti al nuovo, diverso, imprevisto. Cogliere le opportunità di conoscenza senza dimenticare se stessi pregi e limiti. Sto imparando molto e ogni giorno devo fare sforzi per copmrendere ciò che non è consueto. È un esrcizio impegnativo, ma sta dando buoni frutti. Rimane però la tentazione di rifugiarsi in se stessi vivendo come minaccioso ciò che non si conosce e ciò che ci sembra di non avere gli strumenti necassari per affrontarlo.
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