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sabato 4 marzo 2023

Quarta tappa

 Quarta tappa, Venezia-San Giorgio di Nogaro  90km





Questa mattina non si parte in bici bensì in ferry, con un'ottima pensata dal Tronchetto prendo un ferry per il Lido e da qui uno per Punta Sabbioni. Risparmio i primi 20km tra svincoli, aeroporto, tangenziale e chissà cosa, e lascio Venezia dal mare per un ultimo saluto. L'aria fresca del mattino non mi spaventa, il sole oggi sarà la dominante e rimango sul ponte di prua a godermi uno spettacolo meraviglioso. Da una parte la Giudecca, dall'altra San Marco con il campanile e il Palazzo Ducale inondati di luce.




Molte imbarcazioni dai vaporetti ai gozzi dei pescatori movimentano la laguna. Questa è viva e le onde  con la brezza indossando la crinolina bianca. Venezia anche oggi è superbamente bella, la città più bella del mondo,  ed è italiana! Chissà, quando le navi della Serenissima arrivavano in porto cariche di spezie, tessuti, gioielli e quant'altro, quale spettacolo doveva essere tornare a casa per i mercanti veneziani. E i potenti di tutto il mondo sbarcati in piazza San Marco ammutoliti davanti a tanto splendore, ricchezza e potenza.

Dalle cronache del tempo si fa risalire la fondazione della città al 425 d.c. a seguito delle diverse incursioni barbariche che coincisero con la decadenza dell'impero romano d'occidente. Gli abitanti della terra ferma si rifugiarono sulle isole durante le invasioni poiché queste ultime erano attuate da uomini a cavallo. Poi tra le invasioni più feroci ci fu quella di Attila che trasformò la fuga temporanea in una permanente. Grazie Attila! Da questa disgrazia i veneziani seppero, nei secoli, trasformare delle baracche in una città potente e di fiera bellezza. Mentre il traghetto avanza nell'arcipelago di isole della laguna, il mio pensiero va al buon Dio Creatore che ha disposto un luogo così unico ed affascinante. Ma la mia commozione diviene massima quando immagino pescatori e primi abitanti delle isole che fecero consorzio per fondare questa città. 

L'itinerario da Punta Sabbioni prevede Jesolo, Eraclea, Latisana, San Giorgio. Primo tratto fino a Cavallino su pista ciclabile in un viale di pini marittimi secolari, una freccia scoccata verso la terra ferma. Bello pedalare senza fatica nella luce del mattino! Poi da Cavallino imbocco una strada sterrata per 8km che costeggia un canale. Mi chiedo se vale la pena allungare e rallentare il viaggio, ma dopo poco non ho dubbi di aver fatto la scelta giusta. 




Canneti, trabucchi, e un'abbondanza di volatili da far gioire il bird watcher più esigente: aironi reali, garzette, svassi, folaghe, gallinelle, cormorani, e molti che non conosco. Sul percorso anche ciclisti, dai passeggiatori, ai corridori muniti di gravel. Tutti ti salutano,(è la prima volta)forse perché è sabato e chi va in bici ci va per diletto e non per necessità. Arrivo così, con il cuore gonfio di gioia a Jesolo paese, non marina. Sono le 10 e mi fermo per una pausa caffè e per una pasta. Nella piazzetta incontro due cicloturisti di Padova ed è inevitabile scambiarsi le esperienze vissute e sognate. La coppia mi chiede del mio viaggio, mostrando stupore e ammirazione. Domande sulla attrezzatura e sulla preparazione. Alla fine vogliono i riferimenti del blog e offrirmi il caffè. Grazie Marco e consorte! Spero che il viaggio continui come da programma, mi sento già in debito con tanti per quello che sto raccontando.

Il resto della tappa scorre via come l'olio prima sulla strada provinciale 42 fino a Latisana, poi sulla SS 14 fino a San Giorgio. Entrambe le strade sono poco trafficate e quasi sempre dotate di ciclabile al fianco. Una vera goduria. Lo stress della Romea sembra già un lontano ricordo. 



Mi sistemo a S.G.d.N. in un albergo trattoria Della Speranza. Ottima accoglienza.

Ciao, alla prossima. 






190esima e ultima tappa di PedalEst

Atsugi-Tokyo 46 Km, temp 25° C, pioggia,  vento leggero da SE. Tokyo 0 Km. Foto scaricata da Wikipedia  Ebbene sì, sono arrivato alla meta. ...