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domenica 2 luglio 2023

 122esima tappa

Khovd-Zereg 141 Km, temp 15°C., cielo coperto,  vento assente. 

Per la giornata di oggi il meteo prevedeva pioggia al 85% , difficile riuscire a sfuggire a questa statistica,  anche avendo per compagno Livio detto "l'om culè". La fortuna è comunque arrivata con il vento,  ma non anticipiamo gli eventi. 

La colazione di stile europeo è stata servita in camera alle 7 30 come richiesto (brodo di montone con patate e verdurine e piccoli ritagli di carne giusto per far lavorare un po' i denti altrimenti s'impigriscono.

La prima parte della strada presentava una doppia salita intervallata da 5 km di su e giù, la pendenza non eccessiva e le gambe fresche ci hanno permesso di superarle in scioltezza. 

Poi arrivati a 1600mt abbiamo sostenuto una lotta all'arma bianca con le zanzare.

La lotta poi è diventata chimica con i repellenti sui vestiti e quelli giungle sulle parti esposte, fiumi di sangue versato e schiaffi in guancia destra e sinistra.

Risultato, direi solo una parziale ritirata delle ciribigole, ma presto ci sarà un secondo attacco. 

Il cielo sembra formato da matasse di lana grossa dal colore variabile del grigio, 50 sfumature,  al viola purple, al nero notte senza stelle. Inoltre sopra le creste la nube si dotava di drappi trasparenti di pioggia in caduta libera.










Il vento, prima al lasco poi di poppa ci ha dato una bella spinta in avanti,  solo un po' insidioso sul traverso. 

Ad un certo punto incontriamo 3 ciclisti mongoli con bici da corsa, fermatina e selfie.  Ci dicono che a 15 km c'è un ristorante,  noi ne abbiamo già percorso circa 50 e non ci pare vero. Infatti non è vero. Intanto comincia a piovere con intensità. Arriveremo al ristorante grondanti solo dopo 25.

Un piatto di noodles e una coca-cola con il solito tè mongolo.

Intanto che ci scaldiamo entrano due motociclisti russi che vivono in Kamchakta ai quali chiedo il contatto per darlo ai miei amici motociclisti che stanno appunto andando da quelle parti.







Si riparte con il tailwind e una leggera discesa che ci consente velocità da paura 30km/h . Subito smorzata da uno "sguassaron" appunto da mese di luglio,  i colli attorno brillano per la neve a qualche centinaio di metri più su di noi, gli stessi motociclisti ci hanno mostrato foto del passo fatto ieri a 2600 mt con due dita di neve sulla strada. 

Ormai abbiamo fatto circa 80 km e decidiamo che arrivati ai cento la prime ger è nostra. Incontriamo l'ultima a 97,5 ,poi nulla fino ai 141 al paese di Zereg, dove ci è stato confermata la presenza di un buon hotel.

Quando arriviamo l'hotel si è dissolto e tutti ci confermano che non esiste.

Triboliamo un po' a chiedere in giro, poi una coppia ci mette a disposizione una camera che non è massimo, ma almeno siamo al coperto e abbiamo a disposizione anche la corrente elettrica. Questo lusso grazie al ripristino volante di amici volontari del sedicente proprietario.




Breve lavata alla "gatto silvestro" con acqua del bidone, poi una vera pasta al sugo auto preparata.

Insomma,  come si dice " chi s'accontenta gode" . 


Ciao alla prossima.

3 commenti:

  1. Strano concetto di colazione europea 😂 . Detto questo, paesaggi mozzafiato e zanzare pure! Ma non muoiono a quelle temperature?

    RispondiElimina
  2. La fortuna di Livio fin lá in Mongolia avrà il jet lag...
    così non vi siete fatti mancare zanze e pioggia e strada in più del previsto,
    gli incontri capitano anche nel nulla cosmico della steppa e ocio.alle notizie che portano paiono piuttosto inattendibili
    In compenso la tua penna si affina e le tue descrizioni dei paesaggi sono sempre più poetiche e zen

    RispondiElimina

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