121esima tappa
20 km dopo Tolbo-Khovd 131 km, temp 3°C. Cielo terso, vento assente.
La notte in malga è stata tutto sommato tranquilla, solo un colpo di gelo per uscire a fare pipì.
Sveglia all'alba e preparazione consueta dei bagagli, poi colazione con le stesse cose già menzionate per merenda e cena.
Paghiamo le due mezze pensioni con 10000 tugrit, moneta mongola che equivalgono a circa 3 euro.
Alle 7 le ruote girano, subito alla fattoria arrivano alcuni yacht per farsi mungere dal malgaro dondolando la loro criniera e il testone cornuto.
Dopo una breve discesa un passo a quota 2549 affrontato in scioltezza, poi lunga discesa.
L'aria è frizzante, il cielo blu e il sole comincia a scaldare la fronte. Sì, perché finalmente la direzione è tornata ad essere Est.
Il paesaggio cambia di continuo, tra valli e rocce dai colori cangianti. Mi piace questo senso di spazio che sembra dilatarsi per accogliere i pensieri più audaci e i voli pindarici, non solo degli uccelli rapaci che volteggiano con maestria sopra le nostre teste.
Perfino un gabbiano solitario a 4000 km dal mare, forse disperso o in cerca di nuovi orizzonti come il sottoscritto.
Oggi è anche il secondo giorno che pedalo con un amico. È un altro modo di andare, più facile e piacevole. Livio mi sta agevolando in ogni modo possibile, tagliandomi l'aria, portando parte del mio bagaglio, distraendomi conversando di amici comuni.
Ad un tratto una mandria di cammelli attraversa senza paura la strada davanti a noi.
Ancora qualche km e breve sosta ad un micro magazin, acquistiamo: acqua, tè freddo, un dolcetto, pochi articoli, ma lasciare pochi spiccioli in questi luoghi è quasi gratificante.
La strada è un continuo saliscendi, ma con pendenze minimali, il vento è bizzarro e dispettoso quasi mai contrario, quasi mai a favore.
Una sosta per mangiare qualcosa estratta dallo zaino, sono le 11,30 e abbiamo già fatto 75 km, ne mancano solo una sessantina.
Incontriamo solo ger lontano dalla strada, un anziano pastore con il suo gregge a cui Livio chiede un primo piano.
Poi ancora salite e discese più accentuate, il vento spesso di traverso e la stanchezza comincia a farsi sentire.
Livio mi aspetta sempre, il suo passo è più rapido, ma in bici è sempre così, conviene salire del proprio passo ed aspettare piuttosto che sforzarsi di tenere la stessa velocità.
Come si usa dire a Piacenza "ogni doi, ogni voin"
Un pezzetto alla volta però la meta si avvicina, un raggio da cambiare e il tempo si dilata, il vento ci prende in giro, quando cambia la direzione della strada che ci sembra di passare al sottovento, ecco che ci sbuca dal lato opposto e ci rallenta.
Gli ultimi chilometri che di norma sono i più faticosi sono fatti rapidamente perché anche il vento ha messo giudizio e vi è pure una leggera discesa.
Troviamo alloggio dopo 131 km all'hotel Khovd, accogliente e non costoso. Ora tanta voglia di mangiare e di bere, si andrà al ristorante.
Ieri era anche la fine del 4° mese di Pedalest, ero solito darvi un breve report, non c'è molto da aggiungere agli altri mesi, I guasti meccanici sono sempre i soliti, ma almeno i km fatti pedalando sono 8343.
Ciao, alla prossima.
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