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lunedì 22 maggio 2023

81esima tappa

Avrasya-Almaty 112 Km, temp 16°C. cielo parzialmente coperto,  vento assente. 


Ieri aver avuto la possibilità di dormire in camera è stata una grande fortuna.  Questa notte è piovuto molto e ha smesso solo all'alba. Non sono riuscito a dormire molto perché sul piazzale del ristorante si sono "divertiti" a suonare il clacson fino a tarda ora. La finestra della mia camera è senza maniglia, non si può chiudere e dà sul piazzale.  Questi cosacchi parcheggiano peggio dei Kirghisi, sembra impossibile,  non si curano di lasciare il loro mezzo davanti ad altri che potrebbero uscire,  non importa se auto, camion, o pullman.  Quando puoi chi è intrappolato deve andarsene non si prende la briga di entrare nel locale e  chiedere c'è un mezzo da spostare, ma trova logico pestare sul clacson.  In questi casi avrei voluto avere il famoso kalashnikov e divertirmi pure io.

Ma in fondo sono bravi ragazzi,  per loro è naturale così. 


Sveglia alle 6, colazione al self service con tè e fetta di torta,  i cetrioli, no grazie.  Mangerò due banane per strada, ma più tardi.

Così alle 7,40 sto già pedalando nel fresco dopo pioggia,  si vedono ancora le nubi minacciose, ma a Nord il cielo è azzurro. 


L'asfalto è buono, ma ogni tanto a causa di lavori per ampliare la strada ci sono tratti in ghiaia e fango, giusto per sporcarsi un po'. 

Ancora mandrie di cavalli e pecore ovunque, sullo sfondo cime innevate di fresco.



Oggi lo definirei il giorno dei regali, vi spiego perché. Prima incontro sulla corsia opposta una cicloturista kazaka doc. Mi fermo e la raggiungo a piedi saltando il guard rail, ci abbracciamo,  selfie e scambio di Instagram. È sola con tutto l'occorrente per campeggiare,  se ho capito bene va a Shyayganak su un lago.  Si chiama Danna. Poi ho visto sul suo profilo che gira molto sempre in bicicletta. 


Poco dopo un'auto si ferma davanti a  me e scende un ragazzone con un sorriso a 36 denti e mi regala un sacchetto di mandorle e una bottiglietta d'acqua, aggiungendo che sono mandorle prese a Bishkek. Dieci minuti dopo un'altra auto si affianca senza fermarsi, ma dal finestrino mi passano un'altra bottiglietta d'acqua e col pollice verso l'alto mi salutano.  Ancora passa una mezz'ora e un'altra auto fa la stessa cosa, ma non è finita,  le bottiglie le prendo per non offendere chi vuole fare un gesto gentile, ma non né ho bisogno,  ora potrei pure venderle. Non fa caldo e si suda poco. Alla periferia di Almaty un'ulteriore auto si ferma e scendono due uomini con in mano un somsa ancora caldo e dopo le domande di rito me lo regalano. Sono le 12,30 e in una fermata dell'autobus me lo mangio con piacere. 


Almaty è una città grande,  e per entrare è inevitabile soffrire per il traffico e destreggiarsi tra gli svincoli, ma in un'ora circa sono in centro. Sinceramente non pensavo di arrivare così presto, sono le 14.00 e ho già fatto i 112 km di tappa. Trovo un appartamento al 9 piano di un palazzo,  ma l'ascensore è ampio e salgo con la bicicletta ancora carica. Poi mi accordo con Zarina per incontrarci,  lo faremo domani sera alle 7, probabilmente oggi non poteva.

Io mi fermerò qualche giorno a Almaty perché sono in anticipo di alcuni giorni sulla tabella di marcia e una volta attraversato da sud a nord il Kazakistan per entrare in Russia ho valido il visto dal 15 giugno,  non prima. 


Domani vi racconto Almaty la città più antica e grande del Paese,  già capitale con il nome di Alma Ata.

Ciao alla prossima. 

1 commento:

  1. Eccoti ora nella terra dei nomadi cosacchi, un territorio sterminato di steppe e praterie a perdita d'occhio, chi non vorrebbe perdersi con lo sguardo fra le mandrie di cavalli? Ho letto che sono stati addomesticati proprio lì.
    Complimenti: un terzo del viaggio è un bel traguardo! E pure in anticipo sulla tabella di marcia !
    La carinissima cicloturista smentisce l'idea della arretratezza femminile, evvai!
    Che chi parte a fatica, riesca a recuperare e in breve superare le aspettative, è un grande segnale di speranza per le donne in particolare, ma un po' per tutti quei popoli dominati per tanto tempo da regimi totalitari, che da poco hanno conquistato la loro indipendenza. Anche se credo che la madre Russia non li abbia mollati del tutto dal giogo, con le risorse che si ritrovano .
    Continua a raccontarci di queste leggendarie città nate e cresciute sulla via della seta, che nei secoli fra mongoli, turchi, arabi, russi ne han viste di tutti i colori . Grazie

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