Resort Baytur-Sosnovka 78 km. Temp. 7°C. Pioggia, vento teso da nord.
Il cielo è nero di pioggia che comincia piano poi intensifica fino al valico.
Ancora un falsopiano in leggera discesa poi la strada comincia a salire con pendenze decise e costanti al 12%. Mi sono coperto con tutti gli indumenti da freddo, però a parte le gambe, sento freddo per l'aria intrisa d'acqua.
Sulle montagne più alte nevica, ci sono cime tra i 4000 e 5000 mt.
Oggi le pendenze sono al mio limite e forse risento anche della tappa di ieri.
Dai 2300 del resort si scende ai 2200 poi è continua salita dura fino ai 3168 del tunnel.
Per quanto mi imponga di andare lento e costante finisco in zona anaerobica e mi devo fermare, poi riparto per 1 o 2 km e sono fermo ancora, faccio anche un breve tratto spingendo a piedi la bici, ma i tornanti sopra la mia testa mi dicono che è ancora molto lunga. Così ho fatto la prima metà. Provo a chiedere un passaggio ai rari camioncini che passano, ma per un po' nessuno si ferma, poi si ferma un giovane e mi fa segno dietro, quindi intuisco che mi fa salire, le porte dietro sono chiuse con una grossa fettuccia annodata. Allora scende l'autista e con fatica apre le porte e mi fa vedere un furgone stipato di cassette di albicocche fino al tetto. Dove dovrei metterla la bici? Lui sorride, allarga le braccia e mi da in mano una decina di albicocche. Anch'io sorrido, forse gli spiaceva tirare dritto e voleva dimostrarmi che se mi lasciava a piedi non era per cattiva volontà, ma perché non poteva.
Così riprendo un po' a pedalare, ma vado sempre fuori giri. Riprovo a buttare il dito ai furgoni, alle auto è inutile non vi è spazio e ai TIR di solito sono piombati e troppo alti per caricare.
Finalmente si ferma un furgone cassonato carico di carpenteria metallica, ma c'è spazio per me e la bici. Non senza difficoltà il carico è fatto, in cabina oltre a lui vi è già la moglie e un figlio. Io sto sul cassone e tengo ferma la bici. Cinque km e arriviamo all'imbocco del tunnel. Si passa a senso alternato, in colonna e veloci. Dentro l'asfalto è pieno di buche e corroso oltre misura, inoltre vi è uno smog irrespirabile. È divieto di transito ai non motorizzati. In ogni caso avrei dovuto chiedere un passaggio per transitare il tunnel, attorno solo neve.
All'uscita scendo, il vento freddo mi suggerisce di perdere quota il prima possibile.
Una discesa di 51 km interminabile, 2000mt di differenziale dai 3168 ai 1150 mt. Il freddo è forte fino all'arrivo.
Trovo una Guest House sulla strada, ottima. La signora mi preparerà anche la cena. Un tè bollente e biscotti come benvenuto, non male. Per di più il figlio è universitario in lingue e parla bene inglese.
Domani, salvo grossi imprevisti, arrivo a Bishkek, la capitale, mancano circa 60 km di piano, spero.
Con oggi si chiude il capitolo, le grandi montagne, ma ne verranno altre forse non così alte, ma altrettanto selvagge o più. La cima Coppi del viaggio sarà il passo di ieri, 3173 mt.
Ciao alla prossima
Oggi finalmente riesco a scriverti (sto usando il computer perché dal mio telefono con tutte le pare di Google è praticamente impossibile scrivere un commento) ad ogni modo stai facendo un'impresa straordinaria, non so come riesci giorno dopo giorno a macinare cosi tanti chilometri ma lo fai. Le foto che mandi sono spettacolari e invidio molto la tua voglia di avventura e la possibilità di conoscere gente così diversa da noi ma semplici e ben disposti al dialogo. Domanil, io e Irma, avevamo intenzione di partire per Parabita ma l'alluvione che si è scatenata sull'Emilia Romagna ci bloccherà ancora una settimana a Bobbio. Ne approfitterò per fare ancora qualche giro in E-bike e ogni volta che parto per un giro non posso fare a meno di pensarti e immagino che stiamo pedalando insieme come una volta. Scrivi tutto mi raccomando che al tuo ritorno impaginerò il tuo nuovo bestseller. Se puoi mantieni tutte le foto che scatti con il telefono che immagino siano ad alta risoluzione e adatte alla stampa. Ora non mi resta che augurarti ancora una volta, buona avventura!
RispondiEliminaUn abbraccio.
Marco
Grazie Marco per le cose che scrivi, non dimentico certo le pedalate insieme, anche se qui è diverso, l'andatura è lenta e mi concentro molto sulla resistenza e costanza. Godetevi Parabita e lo stupendo mare anche per me. Un grande abbraccio a te e Irma
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