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mercoledì 10 maggio 2023

69esima tappa

 Andijon-Osh 53 Km, temp 18°C. cielo sereno,  vento assente. 


Partenza alle ore 7,45, dopo aver fatto una superba colazione con salati, dolci, frutta fresca e secca, succhi, tè e un profumatissimo miele di agrumi. 

La strada comincia subito a salire, ma dolcemente,  in 50 km si sale 500m quasi non ti accorgi, molto traffico per l'ora di punta, ma è sempre l'ora di punta. Il traffico asiatico e simile in tutti i posti, le strade larghe fanno sì che gli automobilisti si sentono autorizzati a fermarsi ovunque senza accostare, e altri passano a destra, sinistra dove capita, il clacson è abusato e non avverte più nessuno, pedoni e ciclisti devono interpretare le possibili manovre che farà chi ti precede e segue.

La periferia anche qui dura 10 km di bazar, vedo anche un mulino ad acqua che ancora macina.

Più avanti un asinello a bordo strada tenero e malinconico. Vi è una ditta Milan Textile, ormai le colline si fanno più vicine e il paesaggio cambia di continuo.









La tappa è breve però vi è sempre un confine da attraversare e non si sa mai. A me queste formalità doganali mettono ansia, ho sempre paura che ci siano problemi. 

Un ragazzo in bicicletta che mi ha visto passare,  mi raggiunge e facciamo un po' di strada insieme,  sorride e mi saluta felice di potermi filmare mentre pedalo. 

In breve tempo arrivo alla dogana, anche per l'asfalto oggi perfetto. 

Soliti cancelli, fotografie e timbri, ma in 20' faccio tutto, poca gente in fila, solo donne di tutte l'età con borsoni di roba. Cosa avranno mai preso in Uzbekistan che non possono trovare in Tajikistan? Mistero della fede.

Comunque,  passato l'ultimo cancello mi sento felice. Ho il piede o la ruota come volete in un altro stato e fanno 10 dalla partenza. 

Poi miracolosamente dalla foschia emergono in assolvenza le grandi montagne innevate. È come essere ad Ivrea e vedere alle spalle la Valle d'Aosta. 

Poco dopo il border sono già ad Osh, vado subito a cercare l'hotel Art che ho prenotato con booking ieri per 23 $ con prima colazione. 

Non è uno splendore,  ma per una notte ci si può stare. Sono solo le 13, ma siccome si perde un'altra ora di fatto le 14. In Italia le 10. Appena sistemato e cambiato esco per mangiare qualcosa di rapido e poi per visitare la città. 

Osh è la città più antica del Kirghizistan,   vanta 3000 anni almeno. Con i suoi 300.000 abitanti è la seconda città del Paese. Di antico rimane però ben poco perché spazzato via nel periodo sovietico. In un bel giardino, parlando con una gelataia scopro che conviene andare sulla collina che sovrasta la città da cui si gode una vista stupenda. 

Dietro al giardino però imponente vi è una statua di Lenin che allargando la mano destra sembra dire - tutto questo è merito della rivoluzione.,- ma forse voleva dire tutt'altro. Comunque bellissime le aiuole di petunie coloratissime. 







Qui l'aria è fresca e l'acqua abbondante e limpida perché arriva dalle montagne. Lungo le strade i canaletti o bedi, come si dice a Bobbio e Cerignale, sono pieni di acqua che corre.

Così salgo la collina indicata,  si chiama  Il Trono di Salomone, si dice che il profeta Salomone sia venuto qui in pellegrinaggio ed è ancora un luogo sacro per i mussulmani che lo venerano. La salita è assai ripida, però ne vale proprio la pena. La vista sulla città è completa e oltre risaltano colline verdi e montagne cariche di neve e ghiaccio. 

Spero che dalle foto si capisca perché la foschia rende meno ciò che c'è. 















Ciao alla prossima

1 commento:

  1. Le foto non rendono, ma hai una capacità descrittiva tale che sembra di vederlo il panorama dalla collina. Le petunie sono bellissime! E così sei arrivato in Kirghizistan… di cui fino a stasera non sapevo quasi dell’esistenza! È sempre un’emozione scoprire con te posti e umanità nuova! Grazie per la tua voglia fi condividere ogni sera, ci fa diventare tutti tuoi compagni di viaggio!

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