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lunedì 8 maggio 2023

67esima tappa

Arca-Kokhand 99 km, temp 13° , cielo terso, vento assente. 

Sveglia all'alba, poi smontaggio campo, sciacquata alla faccia nel lago e via.

Il primo tratto di strada con asfalto molto rovinato, autisti e ciclista fanno numeri da circo per evitare le buche peggiori.


Piccola colazione sotto una pergola con un succo di frutta e dolcetti fatti a mano molto buoni.

Nonostante le condizioni della strada pessime riesco a tenere una discreta andatura e alle 9,30 ho già fatto 40 km e sono nel primo vero paese incontrato, ma anche se non ne sentivo la mancanza un raggio mi saluta. 




L'aria è fresca, sotto l'ombra di una casa mi appresto per la riparazione. Più volte si ferma gente a chiedermi se ho bisogno d'aiuto, e chiedono cosa è successo.  Ormai potrei cambiarli ad occhi chiusi,  dico grazie e continuo il lavoro. Un'ora buttata, pazienza,  meglio oggi con una tappa facile. Quando riparto sono le 11,30 dopo una decina di km è  mezzogiorno e sfornano i somsa, fagottino di pane con dentro cipolle e pezzettini di carne.  Non ho molta fame, ma mi fermo comunque, una giovane signora li sta sfornando, - un attimo - le dico - faccio una fotografia. - 



Poi ovviamente ne compro due 80 cent. e così approfitto anche del lavandino per pulirmi le mani ancora sporche della riparazione. Le somsa mi vengono fornite insieme ad una teiera su un piatto e con lo scodellino per il tè. Prendo anche nel market vicino una bibita fresca.

Sarei tentato di fermarmi ancora un po',  ma oltre a circa 60 km devo passare anche le frontiera. che è sempre un'incognita. Meglio ripartire subito.  Ancora 10 km poi il border con cancelli chiusi, non c'è nessun veicolo, temo si possa ripetere la situazione già sofferta due giorni prima.  

Non è così, come arrivo un militare dice qualcosa,  a me incomprensibile e io, prontamente, gli ficco in mano il passaporto. Dopo averlo sfogliato più volte apre il cancello e mi fa entrare. Arrivo al controllo documenti,  il funzionario mi scatta un foto e fotocopia il passaporto,  timbra e mi da un modulo da compilare scritto in russo. Non riesco neppure a capire cosa dovrei scrivere leggo solo da e niet, con calma indosso gli occhiali, e con maggiore lentezza faccio finta di cercare una biro nella borsa, allora lui,  spazientito, si riprende il foglio bianco e fa segno di proseguire oltre, altro cancello.

Ultimo controllo passaporto e si apre anche questo,  ottimo sono fuori dal Tajikistan.  Ora bisogna entrare in Uzbekistan, altro cancello e tutto come prima, tranne il foglio da compilare, però devo scannerizzare tutti i bagagli,  è  un po' una seccatura,  ma in 20' sono ancora in Uzbekistan. 

Qui l'asfalto è ottimo e così in poco tempo copro quasi tutto il restante percorso, ma ad un tratto sento sdeng, penso subito ad un altro raggio,  si è così.  Si è rotto senza ragione,  su un asfalto che sembra velluto,  purtroppo e pure uno di destra che è più lunga la riparazione. Decido che la farò arrivato in Hotel con calma, posso proseguire anche così. Sulla mappa ho visto segnalato un Hotel Plaza in centro. Quando arrivo entro deciso, ma al bancone vi è una ragazza che mi dice che da un anno ora è una scuola.  Mi scuso e faccio per uscire, ma la presunta bidella mi dice di aspettare che ha chiamato l'insegnante di inglese che mi può parlare.  Ottimo,  non chiedo di meglio,  arriva di corsa scendendo le scale e in un attimo mi spiega dove trovare un buon hotel vicino. Ringrazio e esco, ma dalla finestra la stessa mi chiama e mi chiede di restare.  Fa scendere l'intera classe e mi dice che i suoi studenti vorrebbero farmi un'intervista.  Ottimo, sono felice di stare ancora in mezzo agli studenti,  che con garbo mi fanno domande molto semplici,  su di me, e sul viaggio. Quando dico che prima di essere pensionato dirigevo una scuola come la loro esce un oooh... . Non so se lo stupore è  nel vedermi così fuori ordinanza o per altro. Ovviamente foto di gruppo. 

Finalmente raggiungo un vero hotel, buono ed economico. Gentilissimi nell'accoglienza. Così scaricati i bagagli, prima di lavarmi, nel cortile dell'albergo faccio la riparazione e approfitto della tranquillità per fare la centratura a regola d'arte.


Ciao alla prossima. 


2 commenti:

  1. Raggi a parte, fra asfalto gramo che diventa buono, border "abbordabili" , somsa appena sfornati e un amarcord in mezzo a giovani studenti uzbeki, anche oggi hai macinato km, valicato confini e incontrato umanità aperta. l'Est ti accoglie curioso

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  2. Posso davvero dire che hanno tanta voglia di avere contatti con occidentali soprattutto nelle zone rurali meno frequentate da turisti.

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