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lunedì 8 maggio 2023

66esima tappa

 Chanakh-Arca 98 km Temp. 15°C. Cielo sereno,  vento assente.


Partenza alle 6,30 la colazione non è inclusa nell'albergo,  la farò strada facendo.
L'aria è fresca e l'asfalto ottimo è  un vero piacere pedalare. Il paesaggio cambia continuamente,  le colline si avvicinano e si allontanano dalla strada e le montagne più alte fanno da sfondo.  Alcuni piccoli paesi ai piedi delle colline come un presepio.
Al primo minimarket aperto compro banane e una girella dolce, il succo l'ho da ieri e appena trovo un posto comodo la colazione è apparecchiata.




Alcuni bambini sono già in strada con le mamme ad aspettare un passaggio, altri con pecore e bovini li stanno portando al pascolo.
Comincia anche qualche auto a girare e qualche camioncino o furgone.
Dopo un primo paese la strada piega verso Nord e costeggia una ripida montagna brulla. La foschia rende un paesaggio ovattato quasi fosse finto. La strada sale molto dolcemente dai 340mt della partenza arriverò a 900 sul punto più alto, ma in 40 km. Pur se in leggera salita non faccio nessuna fatica, ho tempo per guadarmi in giro e fare qualche foto e filmati.


La strada per questo tratto attraversa una brughiera arida, ma alle pendici dei monti si vedono strisce verdi con frutteti.
Nel bel mezzo del nulla un bel WC mi sembra un segno di civiltà,  qui sarebbe impossibile imboscarsi per un bisogno impellente e per oltre 30 km non ci sono case ed esercizi.


Arrivo alla sommità in breve tempo e poi con una discesa dolce come la salita posso spingere fino ai 40 km/h senza sforzo. Arrivo ad casello autostradale e mentre sto passando insieme alle auto escono due agenti che mi indicano di passare su un sentiero sterrato a lato, forse gli avrei alterato il controllo dei veicoli? Non ho capito,  ma è costato poco ubbidire. 
Appena dopo un'auto si ferma davanti a me e scendono 5 uomini che si mettono la mano sul cuore, come dire veniamo in pace. Qui usa molto. Vogliono la foto con la bestia rara. Li accontento e sono molto felici, chissà! .


Ancora discesa fino alla città di Chujand , molto caotica, prendo benzina per il fornello da un distributore,  pasta, sale, passata di pomodoro, acqua, biscotti e nescafe'. Ho intenzione di campeggiare sul lago che dovrò costeggiare e provare tutta l'attrezzatura da campeggio. Qualche difficoltà a stivare i viveri, ma poi risolto con modifica alle sacche anteriori.


IL FIUME DARYA

Per uscire impiego tempo per il traffico indisciplinato, dopo faccio ancora una ventina di km per arrivare al lago.
Qualche difficoltà per trovare in accesso alla spiaggia, perché vi è una ferrovia che fa barriera, poi con l'aiuto di un simpatico signore trovo uno sterrato che passa sotto.
Il posto è perfetto per campeggiare, erbetta rasata, spiaggia e lago, solo una vacca ma abbastanza lontano.
Piazzo subito la tenda perché sembra in arrivo un temporale, mo poi si dissolve altrove.


Un puccio nel lago per rinfrescarmi e togliermi sudore e polvere poi appena cambiato,  mi attrezzo per farmi una bella pasta al pomodoro.  Come secondo ho dei wurstel che faccio scaldare, pane, un arancia, nescafe' con biscotti wafer.
Mi godo proprio questo relax, nessuno intorno.

Il relax dura molto poco, arrivano vagonate di studenti in gita, non riesco a capire da dove sbuchino, non c'è niente per chilometri.  Forse proprio dalla stazione, forse. Sono ondate di 50-60 che occupano tutta la spiaggetta davanti a me, sono allegri, gridano, fanno foto, sia ragazzi che ragazze insieme è la prima volta che vedo promiscuità. Via un'ondata, ne arriva subito un'altra per 5 o 6 volte. Li avessimo noi tanti giovani in montagna la scuola di Bobbio sarebbe salva.


Al tramonto però resto solo, e la pace si ristabilisce, solo lo strabordio delle onde da un ritmo in calando che porta a sera.
Scrivo ora, ma posterò solo domani,  qui anche la scheda tagika va troppo lenta ed ad intermittenza,  riesco solo ad avvertire a casa che tutto va per il meglio.

Domani mattina,  mi sveglierò all'alba e voglio arrivare a Kokhan che dista circa 100km. Ma ho anche un confine da superare,  ritorniamo in Uzbekistan. Ho scoperto che i colori della bandiera tagika sono bianco rosso e verde solo messi in orizzontale,  è un segno di patria vedere bandiere ovunque con i nostri stessi colori.

TRAMONTO SUL LAGO

ALBA DELLA MATTINA




Ciao alla prossima. 



 

1 commento:

  1. Oh lá! Oggi tutto a tuo favore ! Paesaggio bucolico, salita dolce , pare tutto piuttosto brullo e spoglio ma tu ti senti il Thoreau della situazione, dal nulla alla città caotica, al lago con bagno e pastasciutta , sembrava un posticino tranquillo .. ma poi sbucano ragazzi come una visione...il pensiero corre a casa che ce ne vorrebbero in Appennino, buon riposo al campeggiatore

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