137esima tappa
Darhan-Altanbulag Km 122, temp. 20°C, cielo sereno, vento assente.
Oggi sono partito un po' più tardi per poter fare la colazione in hotel dato che era compresa.
Mi sono così perso le prime ore del mattino nelle quali è bello pedalare nel fresco.
Da Darhan la strada diventa più stretta e con asfalto rovinato, bisogna stare attenti alle buche che sono insidiose e profonde senza zigzagare troppo per non farsi agganciare dalle auto provenienti da dietro.
Il paesaggio è cambiato, ci sono più alberi ed erba alta, anche qualche campo coltivato a colza che spicca per il bel giallo.
Sempre molte mandrie che corrono libere ora di vacche ora di cavalli e greggi di capre e pecore spesso sulla strada.
La tappa è piuttosto lunga e gli ultimi km li ho sofferti un po', non vedevo l'ora di arrivare e snocciolavo i chilometri come avemarie nel rosario, gli ultimi 20 con vento forte e contrario.
Durante il percorso ho superato più volte un ragazzo mongolo in bicicletta che già avevo incontrato due giorni fa nella prima tappa da Ulaanbaatar.
Mi ha detto che era il suo primo giro in bici, la roba gliela portavano i genitori in auto, quando mi fermavo per una sosta o una fotografia lui mi superava e così ci siamo salutati più volte. Il suo nome è impronunciabile, ma con 25 anni e da solo è un buon inizio.
Finalmente alle 17 sono arrivato all'ultimo paese prima del confine, da qui si vede già la prima città russa Kjachta con la sua bianca chiesa ortodossa.
Io mi sono sistemato in un hotel fatiscente anche se nuovo, i gradini si muovono, le porte sono rotte, niente WiFi e la doccia è fredda gelata. Inoltre vi è un market annesso, ma è chiuso, e il ristorante non ha bevande solo acqua calda.
Insomma una vera m…. . Se questo è il biglietto da visita dei mongoli da chi arriva dalla Russia attraverso la loro principale frontiera si capisce la reputazione che hanno da parte dei russi.
Domani mattina passo il confine, spero di non avere problemi. Dopo 23gg in Mongolia posso anche fare una piccola sintesi.
Mongoli uomini liberi e fieri, molte auto sventolano la bandiera e ci tengono ad essere riconosciuti come tali.
Il cavallo occupa un posto speciale, è molto amato e ne allevano quantità notevoli oltre le necessità, corrono liberi ovunque.
La pecora è il principale animale allevato, per la lana da fare ger e non solo, per mangiare e si mangia tutto e sempre pecora.
La ger è la loro abitazione preferita e anche chi vive in città non rinuncia ad averne una nel giardino o addirittura sul tetto dei condomini. La natura nomade è nel loro dna e almeno 2 volte l'anno si spostano per vivere in altri posti.
Il paesaggio è rilassante, colline verdi ovunque, pochi fiumi e corsi d'acqua, le piante sono rare, abbondano ai confini Nord con la Russia. A sud il deserto del Gobi che noi abbiamo solo sfiorato, ma è spaventosamente grande ed inospitale.
La mia paura per i cani pastore e per i lupi era del tutto infondata, cani mansueti e lupi non pervenuti.
Inoltre le temute zanzare, mosche e tafani sono stati alla larga, solo un giorno vi è stato un assalto di zanzare.
Domani esco dalla Mongolia con un buon bagaglio di conoscenze e tanta positività in più.
Ciao, alla prossima.
Mongolia di spazi infiniti, deserti praterie laghi, ger e pastori e cavalli e greggi e mandrie, fieri nomadi come te. Grazie x avercela raccontata! Gengis Kan e Marco Polo e quel popolo non sono più così misteriosi x chi ti legge, ci hai dato tanti elementi.x immaginarceli. Speriamo che la Russia ti accolga meglio di quest'ultimo hotel.
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