101esima tappa
Ridder-Sekisovka Km 63, Temp 15°C. Cielo coperto con nebbia, vento debole da Ovest.
Ieri sera cena al ristorante Bol'Var di Ridder.
Si presentano puntuali Mirim e una sua amica anch'essa insegnante di inglese, però alla primaria, di nome Madina; Tatiana ha già un'altro programma per il sabato sera.
Il ristorante è elegante e il servizio pure. Ordiniamo per me una pasta al salmone ed una insalata, per loro pizza e un altro tipo di insalata.
Cominciamo con un brindisi a noi, alla giornata vissuta nel parco e alla mia 100esima tappa.
La serata è stata molto piacevole, si è parlato del viaggio, della scuola, dei sistemi scolastici a confronto.
Le due ragazze, io dico così perché potrebbero essere mie figlie, 37 anni, sono molto interessate e la conversazione è vivace e a tratti seria e profonda.
Già durante il giorno mi ero accorto dello spessore culturale di Mirim e di Tatiana e avevo anche azzardato una domanda sul Kazakistan indipendente e i rimpianti della Repubblica Sovietica.
Come era prevedibile le ragazze non hanno fatto a tempo a viverla e mentre loro sono ottimiste sulla Repubblica indipendente, riferiscono che gli anziani rimpiangono il piatto pieno, la casa gratis, e il lavoro per tutti, mentre con l'economia di mercato te lo devi conquistare. Tutto ha un prezzo!
Io penso che le nuove generazioni sapranno farne un paese moderno e competitivo, ma ci vorrà ancora tempo. Lo shock iniziale non è stato ancora assorbito come nel resto delle repubbliche ex sovietiche.
Dopo un gelato ci congediamo, però vogliono che domani mattina usciamo ancora insieme perché vogliono mostrarmi un posto incantevole nelle vicinanze. Appuntamento alle 8 al mio albergo.
Così questa mattina, dopo aver preparato i bagagli aspetto il loro arrivo nella hall.
Oggi il tempo è brutto, cielo coperto, nuvole basse e bruma.
Madina arriva con Mirim e in auto e andiamo su una collina nelle vicinanze, ma la nebbia è così bassa che è difficile capire cosa c'è da vedere.
Ma Madina non si perde d'animo e con tanta passione ci fa scendere dall'auto, l'erba è bagnata e le scarpe si inzuppano subito mentre la terra nera e appiccicosa si attacca dappertutto.
All'inizio faccio fatica a capire il senso, facciamo comunque qualche foto e selfie, poi comincia a descrivere le cose che dovrebbero vedersi, in basso un lago dove il marito pesca e i figli fanno il bagno, la collina coperta di rose e di fragole e sullo sfondo le alte montagne.
In effetti le piante di fragole esistono, ma solo i primi fiori stentano ancora a schiudersi, ma la descrizione è così appassionata che mi immedesimo in lei e riesco anch'io a vedere quello che non si vede, una esperienza direi quasi mistica.
Poi risaliamo in auto e andiamo a vedere un altro posto interessante, mi spiegano che è un ponte sulla ferrovia. Il ponte non ha nulla di speciale però dall'alto si vede il binario allontanarsi verso la fuga, seduti sul parapetto si respira un'aria di libertà.
Capisco meglio ora il senso, Ridder è in un angolo del mondo; chi ha sete di viaggiare vede la ferrovia come una porta aperta sul mondo.
Più tardi scendendo in bicicletta attraverso su un ponte l'impetuoso fiume Ulba, mi ero già fermato su quel ponte all'andata per fotografare, ma non mi ero accorto che sul lato a valle, la ringhiera era piena di lucchetti che gli innamorati mettono per siglare un patto, molti sono a forma di cuore, speranze e progetti affidati alla corrente del fiume che corre via libera.
Il fiume sarà tributario del più grande Hirthysh che finirà nel Ob e poi dopo migliaia di km nel Mare Artico.
Ora capisco l'estasi del ponte, le fragole e tutto il resto.
Poi si va tutti a fare colazione in un bel bar accogliente e riprendiamo la conversazione, mi chiedono quale messaggio ho dato ai miei studenti e docenti. Il concetto è troppo difficile da esplicare con il mio inglese, ma con il google traduttore riesco ad esprimere quello che nella mia carriera lavorativa ho cercato di realizzare.
Un sincero apprezzamento da parte loro e una bella soddisfazione personale.
Tornato in albergo carico il "lupo grigio " e parto subito, sone le 10,45 .
Mi ricordavo una strada a gobbe di cammello e purtroppo mi ricordavo bene.
Per fortuna non piove e l'aria è fresca e si suda un po' meno che all"andata.
Così arrivo alle 16,30 dalle "tre pite" la trattoria sulla strada dove già mi ero fermato per i ciarozzi.
La signora oggi mi serve una zuppa che però mangio volentieri. Poi chiedo se posso anche dormire. Pate di si in un magazzino con il mio sacco. Ok.
Domani arriverò a Shemonaykha dove c'è segnata una gostilna, ma almeno oggi non devo montare la tenda e ho un posto sicuro.
Ciao alla prossima.
Insegnare è una vocazione in qualunque angolo del mondo. Potersi confrontare con chi vive questa Mission da dovunque provenga è sempre un arricchimento! Queste due educatrici hanno colto il tuo passaggio come una occasione per condividere la tua e la loro visione del futuro.
RispondiEliminaScoprire luoghi con chi li vive e gli dà un significato riesce anche nelle nebbie.
Anche qui hai fatto la tua parte e hai ricevuto grazia.
Ora pensa alla Russia col tuo crescente zen