Samarcanda-Samarcanda 0 Km, temp. 14°C. Cielo sereno, vento assente.
Questo luogo è stato frequentato da tempi remotissimi, data la sua posizione è sempre stato il crocevia di popoli diversi, la porta girevole per l'estremo oriente, il subcontinente indiano, la Russia e la Mongolia e ovviamente l'Europa con la via della seta.
L'impronta che l'ha portata alla grandezza è stata data nel periodo timuride da Tamerlano di origine turca e la sua dinastia. La città si arricchì di monumenti e giardini nel XIV e XV secolo fu sede dell'impero.
Ancora oggi si percepisce la maestosità del progetto. Tutto è grande, arioso degno di una capitale.
I giardini sono ovunque e curatissimi, i viali ampi e con alberi secolari, fontane e rii in cui scorre acqua limpida.
I principali edifici sono madrase, moschee e mausolei.
Popolazione 520.000 in prevalenza tagiki anche se siamo in Uzbekistan, e da essi rivendicata.
Accanto alla città antica si è sviluppata la città moderna ed efficiente, molti giovani, scuole, università.
Mentre passeggio per i viali e giardini percepisco lo scorrere lento del tempo, come se diventasse infinito senza alcun affanno.
Le persone vestono in modo curato e oltre ai molti turisti ci sono impiegati, studenti, uomini d'affari ecc.
Dopo aver cercato inutilmente di cambiare i soldi azzeri e georgiani rimasti nel portafoglio vado a visitare i luoghi antichi.
Mausoleo di Tamerlano Gur-e Amir dove oltre a lui vi sono anche figli e nipoti.
Il Registan la principale piazza delimitata da tre grandiose madrase di Ulug Beg, Shir Dor e Tilya Kari, famose per la purezza delle linee e l’eleganza delle maioliche era il cuore della città.
La moschea di Bibi Khanim e il mausoleo.
Il cimitero di Shahr-I-Zindar che sta su di una collina ed è un complesso di vari edifici e da cui si ha una vista suggestiva della città.
L'osservatorio astronomico di Ulug Beg, nipote di Tamerlano, che nel 1400 era il più preciso del medioevo islamico, di fatto un astrolabio gigantesco 38 mt con cui si individuavano astri con precisione notevolissima. Anch'esso su di una collina con annesso un museo.
Oggi per la visita ho usato la bike, ho fatto bene, le distanze sono considerevoli, e giardini, parchi e viali collegano il tutto. Inoltre si viaggia su ciclabili e ciclopedonabili. Purtroppo questi uzbeki non hanno ben capito come si pedala, numerosi i gradini, i canaletti e i raccordi che mancano tra una zona e l'altra, ma non si può pretendere troppo.
Ciao, alla prossima.
La città delle meraviglie sembra infinita, hai fatto bene a girarla in bici,
RispondiEliminaIl tempo scorre lento ma la città è progredita: dalle foto il moderno va di pari passo con il mistico pare senza alcun affanno . Se questa è l'essenza delle mille e una notte, la magnificenza rimarrà eterna e la sensazione del viaggiatore sarà di aver raggiunto un luogo incantato, la traccia verso Est però procede...
Concordo pienamente con quanto hai scritto. La bellezza non ha confini ne età
RispondiEliminaComplimenti! Già così hai raggiunto un traguardo che non ha reso vana la fatica per arrivarci. Dai tuoi racconti, sempre pacati nonostante le avversità tecniche e metereologiche, mi sembra quasi di cogliere un cambiamento di obiettivo: non più una sfida o un mettersi alla prova ma la fatica del pedalare verso una meta (ahimè ancora lontana) come occasione per fare esperienza di umanità e di bellezza. Forse lo avevi già immaginato così e, per ora, la realtà ha superato l’immaginazione, almeno la mia.
RispondiEliminaMeraviglie su meraviglie! Che immagino ripaghino deglle fatiche fatte e delle avversità superate. Sono anche certo che incontrerai ovunque persone pronte all'accoglienza e allo scambio culturale. Anche la curiosità non ha confini ne età.
RispondiEliminaSplendida mozzafiato anche in notturna
RispondiEliminaNon ho mai pensato al viaggio come una sfida. Ma come appunto hai ricordato un'occasione per sperimentare incontri con culture e persone diverse, la cosa sorprendente è che sono loro a cercare te e non viceversa, a me spetta solo la disponibilità ad ascoltare, una dote che ho sempre avuto. Anche il problema linguistico è un falso problema, con la buona volontà e con le tecnologia è superato.
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