Pitnak-Uchak 114 km. Temp 20°, cielo sereno, vento teso da Nord-Est.
Il primo pezzo è costituito da quella bretella di congiunzione già citata. La strada sembra bombardata, buche profonde, alcune inevitabili, sabbia sul ciglio da piantarsi. Per fortuna arrivati al ponte sul fiume Darya, ponte ferroviario, ma che si può percorrere anche in auto o bicicletta l'asfalto diventa buono fino alla superstrada. Ad entrambe i lati del ponte vi sono posti di blocco militari che autorizzano il passaggio a senso alterno, ovviamente quando non ci sono treni in arrivo. Il fiume è piuttosto grande e il ponte di conseguenza è circa 1 km.
Oggi il sole è particolarmente forte, non ci sono velature e nonostante la crema 60+ l'unica parte che ho scoperto sono le ginocchia ora color peperone. Domani metto i calzoni lunghi.
In un piccolissimo market compro acqua, bibite e biscotti al cioccolato, non vi è altro da mangiare.
Poi più nulla per chilometri e chilometri. Deserto è deserto. Sabbia, qualche cespuglio di rovi e tamerici. La strada cinese è però ottima, lastre di cemento che sembra un biliardo e corsia d'emergenza.
Il vero problema è il sole e il vento.
Dopo circa 30 km di superstrada una piccola ombra di una casa matta mi fermo dove vi è già un pullman. Sono turisti francesi, mi offrono subito te e biscotti. Mi fermo a chiacchierare con loro, che stupiti del mio viaggio vogliono fotografarmi e mi fanno un sacco di domande ed incoraggiamenti.
Quando sono le 12,20 il sole è allo zenit, l'unica ombra è la mia. Continuo a bere dal camelbag che è comodissimo, oggi riempito di cocacola. Ovviamente è calda come tè, ma toglie la secchezza della bocca e dà zuccheri pronti.
Il vento è forte e non mancano salite, anche se dolci che scavalcano le dune, attorno il nulla, traffico scarsissimo, ma tutti suonano il clacson per salutare e al centesimo le orecchie fischiano.
Decido di fermarmi, ho visto a circa 30mt dalla strada un muretto diroccato che fa una strisciolina d'ombra. Mangio i biscotti ormai sciolti e il cioccolato si impasta con il grasso sudicio della mani sporche per la riparazione del mattino. Lavarsi è impensabile, l'acqua che ho con me è la mia sopravvivenza e non la spreco.
Decido di stare fermo un paio d'ore quando il sole è troppo forte per me. Riprenderò alle 14,30 e prolunghero' la pedalata nelle ore serali sperando che anche il vento si attenui.
Mi addormento a ridosso del muretto, ma dopo poco vengo svegliato da un "How are you?" "You need something?" Oh no Thank you, I'm sleeping, no problem.
La faccia sorridente di un inglese, stava camminando con la sua compagna e ha visto la bicicletta. Lui si chiama Carl e lei Angela, sono molto più pazzi di me. Ognuno di loro spinge un carretto a 2 ruote con i bagagli, ma di fatto camminano, stanno facendo il giro del mondo, e hanno quasi finito devono solo " rientrare in Europa " non ho parole.
Quando riparto sono le 14,30 e già il vento è un poco attenuato, il sole scotta ancora, ma una leggera velature sta arrivando.
Pedalo così per due ore circa, poi in un piccolo centro abitato (il primo) vedo dei camion fermi vicino ad una baracca. Provo ad entrare e scopro una piccola locanda, si può mangiare qualcosa. Abbiamo solo pesce mi dice il cuoco, ok vada per il pesce e una bibita fresca.
Un piatto di pesce gatto, fritto, arriva sul tavolo, non ci sono posate, si mangia con le mani. Per fortuna vi è un lavandino per lavarle. Il pesce è poco invitante e molto grasso, ma non faccio il difficile, una piadina e una cipolla cruda affettata è il contorno. Il prezzo è irrisorio 5 euro.
Riparto deciso a mettere in cascina ancora una trentina di km, ora il sole è attenuato e il vento parecchio più debole.
Dopo, però solo 5 km un altro locale in una piazzola di rifornimento mi attira per la scritta WIFI in grande. Penso, berrò qualcosa, e potrò comunicare a casa che tutto è ok. Così è, ma senza alcuna speranza chiedo se si può avere una camera, la risposta è affermativa. Ottimo, per 15 dollari camera con bagno (non molto pulita) e prima colazione. Ma WI-FI per me va benissimo, anche se dormire in tenda nel deserto sarebbe più suggestivo. Ho comunque ancora 3 tappe prima di arrivare a Bukhara, sarà forse domani.
Non avete idea di come sia bello togliersi la polvere e il sale incrostato sulla pelle con una doccia, seppur fredda, non gelata.
Ora con calma ho scritto con una bella birra fresca 80 cent.
Ciao alla prossima.
Trovare gente più pazza di te, che fa il giro del mondo a piedi trainando un carretto ha veramente dell'incredibile!!! Ma tra viandanti vedo che nasce spontanea la solidarietà, bello! Le ceste per l'acqua sulla ruota davanti funzionano a quanto pare...per fortuna! Credo che la partenza al mattino presto, come pensavi, sia la tattica vincente per non soffrire troppo il sole e il vento contrario, forza e coraggio!!! Se non trovi una farmacia per il doposole a Bukhara, ricordati che ottimo rimedio è l'albume montato a neve...ammesso che tu riesca a farlo(!!!!)
RispondiEliminaAdesso é proprio avventura con la A maiuscola! Sará senz’altro più suggestivo dormire in tenda nel deserto, ma… anche la possibilitá di farsi una doccia, di avere il wi-fi e di dormire in un letto sicuro ha il suo perché…comunque ti vedo, nel deserto a montare a neve un albume! 😂 Buona avventura!
RispondiEliminaGli incontri fortuiti con forestieri come te amplificano la solidarietà e rifocillano corpo e anima. Ma nel deserto il pesce gatto da friggere dove lo prendono??
RispondiEliminaAd un piccolo paese Nucus (non la città di
RispondiElimina.))si passa vicino al fiume Darya e qui pascano