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giovedì 10 agosto 2023

161esima tappa

 161esima tappa

Busan-Busan 0 km, temp. 27 °C., pioggia forte, vento tempesta


Il tifone Khanun è passato nella notte, ora si sta rientrando alla normalità. Per oggi ancora fermo a Busan,  solo domani pare possa partire per il Giappone. 

Sono uscito verso le 13 per vedere cosa di fatto è successo nella notte. Il mare è agitato con onde di circa 3m, per le strade: rami, foglie e qualche ombrello rotto, ma nel complesso danni limitati.








Ad oggi sono 22 giorni in Corea, di cui 6 qui a Busan bloccato.  Posso tracciare un piccolo bilancio.  

Premetto che secondo il mio programma iniziale, avrei dovuto arrivare il 12 settembre in Corea, ma per l'annullamento del visto russo ho dovuto anticipare di oltre un mese e mezzo l'attraversamento del paese. Sono quindi arrivato nella stagione sbagliata e senza la dovuta preparazione. Inoltre ho sottovalutato le difficoltà che poi ho dovuto incontrare, in particolare il caldo umido della piena estate e di un'estate che ha segnato record di caldo. L'altra difficoltà è  stata l'orografia complessa del territorio completamente montuoso e con strade non sempre facili da pedalare per le eccessive pendenze. 

L'impatto con la città di Seoul è  stato forte, una megalopoli molto diversa dai nostri contesti, nella quale per muoversi occorre mettere in conto distanze considerevoli. Un paese con una lingua difficile da leggere e quasi impossibile da capire, dove l'inglese è poco conosciuto. Per concludere il quadro negativo anche il tifone khanun mi ha bloccato a Busan per più tempo.

Corea non solo spine, all'attivo devo contare le numerosissime piste ciclabili molto ben fatte, i bei palazzi reali della capitale, le grandi e belle spiagge della costa orientale. 

La gente è molto riservata, mai invadente, un po' difficile da conoscere e coinvolgere, ma sempre corretta e gentile. 

Ho pedalato per circa mille chilometri,  pochi in relazione ai 22 giorni di permanenza,  ma se avete letto i precedenti report potete capire il perché. 

Ultima considerazione è forse anche colpa  della mia stanchezza  dopo sei mesi, di essere proattivo e resiliente.

Lascio quindi la Corea con un po' di rammarico per non essere stato capace di cogliere tutte le opportunità, in primis il Jamboree,  ma sicuramente tante altre bellezze che poteva offrire, non sono stato capace di cercare e trovare relazioni significative con la gente.

Ora mi attende il Giappone,  spero di far rinascere il desiderio di scoperta che ha caratterizzato il mio viaggio per concludere al meglio.


Ciao, alla prossima. 


4 commenti:

  1. Domani è vicino e il forzato blocco coreano ti farà apprezzare mmaggiormente il Giappone in cui arriverai forte di esperienza su caratteristiche comuni ai popoli del far east: sempre gentili, mai partecipi. Io l’ho sperimentato coi cinesi e con stagiste sia coreane che giapponesi che sono passate in ufficio. Questo peró non significa che non ti sappiano apprezzare o esserti di supporto. Anche per l’inglese, poco oarlato anche in Giappone e indicazioni con gli ideogrammi… impara a dire buongiorno, per favore, grazie e poco altre parole nella loro lingua e si approcceranno a te in modo diverso.Dai che domani sarai nel sognato, agognato e sudato Giappone e sarà tutto un’altro giorno! Un abbraccio da Marco che non riesce più a fare commenti sul blog ed è molto rammaricato.

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  2. Ma ci pensi che stai proprio arrivando in Giappone?! Luigi quando sei partito ti davi il 30 per 100 di possibilità, ricordi? In bicicletta, da solo, senza sponsor o supporti esterni hai attraversato mezzo mondo! Davvero puoi pensare che condizioni avverse ti tolgano la sorpresa? La vita è questa, non è il copione di un film d'avventura, lo sai bene, no? Anche i momenti in cui ti senti impedito nei tuoi programmi in realtà sono l'alimento del tuo desiderio più profondo, solo che te ne accorgi dopo. Tutto concorre al bene. Buon Giappone!

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  3. Ancora poche ore di battello per un sogno che si avvera! Che il Giappone sia con te! Congratulazioni e un grande abbraccio

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