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sabato 6 maggio 2023

64esima tappa

 Jizzax-Khavast 86 km, temp 15° C. Cielo sereno,  vento assente (alla partenza)


Oggi avevo in programma di arrivare al confine con il Tajikistan 130Km con un buon hotel Bek che mi aspettava. 

Invece,  dopo una decina di km scivolati via, vedo arrivare davanti a me un gran polverone, penso che ci sia un tratto di sterrato e il traffico intenso lo abbia alzato, no non è così viene proprio avanti e mi avvolge un vento forte, anzi fortissimo da fermarmi.  Sarà un turbine passeggero,  no è proprio arrivato un vento forte a raffiche e contrario al 100% , provo comunque a proseguire, testa bassa,  rapporto agile, ma oltre a non andare, sbando di continuo, tengo duro per una mezz'oretta,  ma al primo paese mi fermo per attendere che si calmi un po'.  Intanto al mercato della frutta compro ciliegie e 2 banane. Provo a proseguire, in alcuni punti la polvere impedisce di vedere la strada che essendo un colabrodo non si può ignorare.




Alla prima ombra mi fermo per mangiare le ciliegie e attendere che passi,  dico non può durare un vento così.  Dopo la terza ciliegia si materializza un vecchio che vuole parlare, gli offro la frutta,  ma ne prende solo una per gentilezza,  vuole proprio parlare. Già,  ma io non capisco quasi nulla e lui pure, il traduttore è out perché non c'è campo. Sono molto gentili questi uzbeki, ma anche invadenti. Niente da fare, saluto e riprendo,  ancora una mezz'oretta impossibile,  solo 3 km fatti. Mi fermo in aperta campagna sotto un pioppo, dopo 5 minuti si ferma una macchina con un tipo che mi fa cento domande, idem come sopra.



Altra faticaccia,  ma il vento non molla mai, nel senso inverso, beati loro, arrivano due cicloturisti tedeschi con bandiera che sventola, ci fermiamo proprio davanti ad un bibitaro e possiamo quindi parlare in inglese.  Stanno visitando l'Uzbekistan in un mese,  sono partiti da Tashkent e ora faranno Samarcanda e Bukhara più un'altra città.  Hanno 63 e 64 anni e una bella pancetta,  ma complimenti per lo spirito. Si meravigliano quando dico che sono partito da poco più di 2 mesi.


Così riprendo a pedalare con poca convinzione,  penso che se dura ancora non arriverò all'albergo,  ed essendo l'unico sul percorso dovrò campeggiare,  non ho quasi più niente come viveri, solo uva passa, dolcetti e una scatola di tonno. Devo comprare qualcosa,  avanti un po' vedo un minimarket non faccio a tempo a fermarmi che 7-8 camionisti fermi mi accerchiano, selfie e domande, ma solo russo parlano oltre all'uzbeko, ormai mi arrendo e con google proviamo ad intenderci, ma la linea dati funziona male questa volta.  Ormai è  mezzogiorno e il sole picchia in testa, al minimarket compro una mortadellina, dei wurstel, una rotella di pane e un litro d'acqua. Cerco un albero isolato e mi fermo ancora, mangio le banane. Questa volta mi sono nascosto e per un po' sto tranquillo.



Ho all'attivo solo 45 km, ne restano 90 circa. Se cessasse ce la farei, ma non né ha idea. Quando riparto non penso più alla strada, spingo come un automa e penso - sono come un asinello attaccato al carretto, per quanto spinga vado sempre piano e non so perché lo faccio, ma lo faccio comunque.  A tratti sembra un poco migliore, ma dura poco.



Un pezzetto alla volta però avanzo. Quando il sole sta per tramontare mi guardo intorno dove posso imboscarmi, si fa per dire, boschi niet. Solo qualche rado e basso cespuglio. 

Una moschea nuova in costruzione.





I ragazzi escono da scuola in divisa blu pantaloni o gonna e camicia bianca.



Poi vedo un frutteto ben curato e una fattoria con vacche. Provo a chiedere al proprietario se posso piantare la tenda per una notte da lui. La risposta mediata con il telefono di un conoscente che parla inglese è affermativa,  anzi mi fa vedere un capanno di ricovero attrezzi con dentro una piccola cabina per dormire con tappeti e coperte.




Mi da pure una brocca d'acqua per lavarmi le mani e la faccia.  Ringrazio ed accetto volentieri e così,  dopo una rapidona cena sono qui. Posterò appena avrò  WiFi. 


Ciao alla prossima. 

1 commento:

  1. Sfidare il vento fa parte della tua determinazione, inconsciamente magari ma lo sai perché lo fai : hai una meta! E un pezzo alla volta procedi anche controvento.
    Chissà come sono le scuole dei ragazzini in divisa.. vedo le pecore nere e come un flash mi viene in mente il collo di astrakan del.cappotto di mia nonna lisciato e venerato per il gran valore.. il capanno del contadino è decisamente francescano

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